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radiali, hanno scandito il territorio secondo griglie geometriche che sostengono lottizza-

zioni prevalentemente a scacchiera.

La ricerca diretta sul territorio di questi fenomeni non sempre è risultata di immediata

comprensione: durante la fase di rilievo è stato infatti difficile identificare la natura e la

ragione di segni significativi nel tessuto urbano, in quanto la realtà odierna li cela spesso

entro configurazioni stratificate o comunque disomogenee, che ne snaturano ogni rife-

rimento contestuale con il passato. Piccole vie (per lo più private) stranamente inclinate

rispetto al circostante reticolo regolare, oppure antiche strade che la pianificazione non è

riuscita a inglobare, sono i segni più frequenti che aprono al rilevatore il panorama delle

vicende storiche che li hanno prodotti.

Per quanto concerne il tema della conservazione, osservando complessivamente quan-

to resta dei borghi e delle borgate torinesi, si può constatare come la maggiore o minore

conservazione di tale patrimonio non sia legata tanto alla localizzazione dell’area borghi-

giana sul territorio comunale – ovvero se più o meno vicina alla città di più antica forma-

zione – bensì di come sia prevalentemente connessa alle fasi e alle modalità di formazione

e trasformazione che hanno interessato ciascun nucleo. Ad esempio, alcuni insediamenti

più centrali, come Vanchiglia e Valdocco, hanno subito un maggior annullamento dei segni

borghigiani rispetto a zone più periferiche, anche se queste ultime sono state assoggettate

a interventi urbanistici più consistenti. Il fenomeno della manutenzione dei segni della

storia in alcuni casi è rimasto comunque legato alle sole vicende del borgo o della borgata,

ovvero racchiuso entro la propria perimetrazione, mentre in altri casi è stato determinato

da dinamiche evolutive esterne – non per forza regolate da progetti pianificatori – estese

a una diversa parcellizzazione del tessuto cittadino.

Le realtà borghigiane subiscono infatti la stretta relazione con le infrastrutture e i fab-

bricati che nel tempo hanno saturato il tessuto urbano circostante, configurando connota-

zioni ambientali dai caratteri molto diversificati. La convivenza obbligata tra le architetture

primigenie e quelle successive risulta variabile da zona a zona: l’immagine antica può es-

ser proposta da interi settori più o meno consistenti, oppure essere individuabile anche

solo all’interno di un’unica strada o di un isolato. Si crea così nei vari casi un rapporto di

equilibri visivi e percettivi tra i diversi protagonisti della scena urbana, mutevole in relazio-

ne al reciproco accostamento e all’inevitabile confronto che ne scaturisce: un rapporto di

15. L’asilo in borgo Regio

Parco e gli ex bagni pub-

blici alla Crocetta.

14. Complesso industria-

le ex Officine Fiat Grandi

Motori, nell’isolato gravi-

tante sui corsi Vigevano

e Vercelli, in condizioni di

degrado, visto da via Da-

miano, di fronte al quar-

tiere di edilizia popolare.