

Riferimenti bibliografici e d’archivio
Elena Scarabello
Fonti per uno studio della storia urbana di Torino
La ricerca delle fonti bibliografiche è partita da un pensiero persistente nato da questa
citazione: «Niente è più inedito dell’edito»
1
.
La ricchezza dei vari argomenti contenuta nei differenti testi che spaziano dall’ambito
architettonico-urbanistico all’ambito sociale ha permesso una lettura a tutto tondo dei
pezzi di città identificati con le denominazioni di Borghi e Borgate: ognuno con una storia
caratteristica, legata alle porzioni di territorio cittadino.
Sono proprio le porzioni di territorio con i loro personaggi, che trovano conferma dalle
fonti d’archivio, a caratterizzare nel tempo la costituzione e il consolidamento dei borghi
e delle borgate torinesi, permettendo un’indagine specifica per una lettura del territorio
caratterizzata anche dalle scelte dei singoli. Un significativo esempio si ha nel caso dello
sviluppo del nucleo centrale della borgata Campidoglio, di cui si tratterà in seguito, costi-
tuitosi su una paleo-lottizzazione iniziata a partire dal 1880 – che produsse micro-tipologie
edilizie – voluta dai banchieri filandieri, i fratelli Isaia ed Emilio Momigliano e Salomone
Segre, i quali comprarono i terreni dal cavalier Giuseppe Chiesa, proprietario di estesi cam-
pi, da cui trovò origine la borgata stessa.
Un’altra componente essenziale della ricerca è rappresentata dalla lettura dei periodi-
ci. I periodici permettono infatti di ricostruire il dibattito cittadino che portò alla trasfor-
mazione di alcuni pezzi di città, analizzando qualche significativa discussione e interven-
ti con critiche appassionate e proposte interessanti sui regolamenti edilizi adottati dalla
Città. “Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e Architetti in Torino” (d’ora
in poi Atti e Rassegna Tecnica) riporta, ad esempio, un corposo dibattito sulle varianti al
regolamento edilizio del 1922, omologato nel 1925, dibattito che portò al Nuovo Piano
Regolatore Generale - Viabilità Generale e Zonizzazione
2
, adottato dal Consiglio Comunale
il 2-8-1950 e in vigore fino alla metà degli anni settanta del Novecento. Tale piano svilup-
pò, a sua volta, un’intensa discussione che durò per sedici anni, quando, dopo succes-
sivi aggiornamenti ministeriali, il 10 luglio 1975, entrò in vigore la Variante 17 al Piano
Regolatore vigente
3
.
Un serrato dibattito si era sviluppato nel frattempo a seguito della realizzazione del
Piano per l’edilizia economica popolare, attuato dal Comune di Torino sulla scorta della
Legge 18.4.1962 n. 167. Il Piano prevedeva 24 ampie zone destinate agli interventi nei
quadranti nord, ovest e sud, per circa sei milioni di mq, di cui circa la metà destinati a servi-
zi pubblici, per una popolazione di 170.000 abitanti. L’incidenza dell’intervento nelle zone
dei borghi e delle borgate qui presi in esame è risultata di notevole peso, come si evince
1
Isabella Zanni Rosiello,
Andare in archivio
, il Mulino, Bologna 1996.
2
Decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1959 registrato alla Corte dei Conti il 16 dicembre 1959
registro numero 52 Lavori Pubblici Foglio 47. Pubblicato per estratto sulla Gazzetta Ufficiale numero 100 del
21.12.1959.
3
Piano Regolatore 1959, aggiornato con indicazione delle aree soggette a Decreto Ministeriale 15.6.63
e Decreto Ministeriale 21.9.64 (piano per l’edilizia economica popolare L. 167). Aggiornato con Decreto
Ministeriale 31.10.1970 (L. 167). Aggiornato con Decreti Provv.
OO.PP.numero 33243 del 30.11.71, numero
33636 del 3.12.71, numero 44 del 17.2.72. Aggiornato con i Decreti del Pres. della Giunta Reg. numero 335 del
28.7.72, numero 662 e numero 664 del 21.5.73, numero 1622 del 31.10.73. Variante numero 17.