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vaste proprietà che lui amministrò soprattutto dopo la morte

del padre. Nel 1910, in puro spirito di servizio, intraprese la

carriera di pubblico amministratore entrando nel Consiglio

comunale di Asti, sua città natale. Lasciò il Comune di Asti,

del quale era divenuto anche sindaco, a cavallo tra il 1922 e il

1923, non prima però di aver assicurato alla sua città i cimeli

alfieriani che la città di Montpellier possedeva.

Di tutte le vicende della sua vita, non sempre facile ma

certamente ricca di soddisfazioni - numerosissimi sono i

riconoscimenti e i premi nazionali e internazionali che gli

vennero attribuiti - quella che più lo segnò fu certamente

l’esperienza della fotografia della Sindone che eseguì con la

consueta perizia ed umiltà, tratti salienti del suo carattere

schivo e generoso.

L’occasione per proporre la fotografia venne data

dall’ostensione che si celebrò in concomitanza con la

grande Esposizione di Arte Sacra del 1898. La necessaria

autorizzazione da parte di Casa Savoia, che nutriva una

certa diffidenza nel timore soprattutto di speculazioni che si

sarebbero potute verificare nella diffusione delle fotografie,

venne infine concessa poco tempo prima dell’ostensione

a Secondo Pia - di cui era nota e riconosciuta la dirittura

morale e spirituale - il quale si era assunto personalmente

l’onere economico dell’operazione, rinunciando ad ogni

diritto sulle fotografie. Pia dovette superare non poche

difficoltà, legate soprattutto al poco tempo a disposizione, alle

caratteristiche della Sindone ed alle modalità dell’ostensione.

Il risultato, tecnicamente di altissimo livello, svelò il

comportamento particolare dell’immagine impressa sulla

Sindone nel negativo fotografico, e se da una parte fece

gridare al miracolo, dall’altra attirò sul fotografo accuse e

insinuazioni, presto fugate. Di questa opera egli tuttavia si

definì solo sempre fortunato strumento, ancora una volta

evitando di sottolineare quello che era stato il suo contributo

tecnico, di esperienza e anche di umiltà nell’accostarsi a un

impegno così ricco di implicazioni emotive e religiose.

Secondo Pia morì nel 1941, lasciando un grande

patrimonio documentario, oggi diviso tra il Museo del

Cinema e il Museo della Sindone. Nel 1998, in occasione

del centenario della fotografia, la Città di Torino rese

omaggio al grande fotografo intitolandogli il giardino

antistante le Porte Palatine, uno dei monumenti da lui

documentati con amore e attenzione.

Secondo Pia: a gentleman

and a photographer

It was 1898 when Secondo Pia

had the privilege to photograph

the Shroud for the first time

The art of photography was not a profession but a passion

for Pia. He travelled a lot, looking for the lesser-known

monuments of the cultural heritage of Piedmont.

Pia was not only a photographer but a man of great

culture and sensitivity. Meticulous studies preceded his

photographic campaigns. In fact, for each subject he

compiled painstaking sheets containing historical, artistic

as well as technical information.

However, this engagement had to coexist with the daily

work and family commitments.

He received numerous awards and prizes in recognition

of his works. The event which strongly marked his life

was certainly the opportunity, and privilege, to take the

very first photograph of the Shroud.

In fact, this chance came in 1898 when the Shroud was

exposed. Pia had to overcome many difficulties but the

result showcased his high technical qualities.

Secondo Pia died in 1941. He has left a great artistic heritage

which is now part of the historical collection kept in the

Turin Cinema Museum and in the Museum of the Shroud.

In 1998, on the occasion of the centenary of photography, the

City of Turin named the garden in front of the Porte Palatine

after the great photographer. This is one of the monuments

which he documented with love and attention. ■

1898

In occasione del matrimonio di Vittorio

Emanuele III con Elena di Montenegro

viene indetta un’ostensione. Le nozze

in realtà erano avvenute due anni

prima, ma si procrastinò la data per

farla coincidere con i festeggiamenti dei

centenari religiosi che si celebravano

nel 1898. In questa occasione nasce

l’idea di fotografare la Sindone.

L’incarico viene affidato a Secondo Pia,

noto per la sua abilità, il quale esegue

alcune fotografie di prova il 25 maggio

e il 28 realizza quelle ufficiali. L'esame

delle lastre rivela che l'immagine

ha le caratteristiche di un negativo

fotografico con i chiari e gli scuri

invertiti rispetto alla realtà.

/

On the occasion of the Exposition

announced in 1898 after the wedding

between Victor Emmanul III and

Elena of Montenegro, Secondo Pia was

asked to photograph the Shroud.

The photograph plates have the characte-

ristics of a negative photo with light and

dark areas inverted to their opposite.

1939-1946

A causa dello scoppio della II guerra

mondiale la Sindone viene trasportata

e nascosta in gran segreto nell’abbazia

di Montevergine presso Avellino. Vi

rimane fino al 1946, quando il cardinal

Fossati, arcivescovo di Torino, si reca

personalmente a prelevarla e riportarla

definitivamente a Torino.

/

Due to the outbreak of World War

II, the Shroud was secretly taken for

safety to the Benedictine Abbey of

Montevergine in Avellino until 1946,

when the archbishop of Turin went

there to bring it back in Turin.

Autoritratto di Secondo Pia

con appunti manoscritti

,

1898. Archivio Storico della

Città di Torino.

Ostensione della SS.

Sindone nel Duomo di

Torino alla presenza

dei reali di Casa Savoia.

Fotografia di Secondo Pia,

1931. Archivio Storico della

Città di Torino.

The event which strongly

marked his life was certainly

the opportunity, and

privilege, to take the very first

photograph of the Shroud

CRONOLOGIA DELLA SINDONE

/

CRONOLOGY OF THE SHROUD

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