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sociale. Il sito è poco appetibile: il terreno acquitrinoso,

la vicinanza del manicomio e del Cottolengo, l’antica

localizzazione della forca non ne fanno un luogo su cui si

concentrano le attenzioni dei molti imprenditori attivi in

città; qui convergono diseredati, disoccupati, vagabondi.

A partire dal 1851 intorno al primo oratorio e alla nuova

chiesa dedicata a San Francesco di Sales, don Bosco

coinvolge volontari per scuole diurne e serali di lettura,

scrittura, canto, per il catechismo e apre un convitto per i

poveri e gli abbandonati.

Nel 1859 è istituita la società salesiana e l’attività di don

Bosco non si arresta: nel 1863 la chiesa di San Francesco di

Sales si rivela troppo piccola. Le altre chiese già in attività

sono lontane e non facilmente raggiungibili; si rischia che la

popolazione si allontani dalle istituzioni religiose, pericolo

che don Bosco (e le autorità cittadine) non vogliono correre.

Si rende quindi necessario progettare una nuova chiesa, ben

più ampia, che diventi il simbolo della presenza salesiana

nel quartiere. Il 14 maggio 1864 Antonio Spezia, tecnico

di fiducia di don Bosco, presenta all’autorità municipale il

Progetto di Chiesa dedicata a Maria Auxilium Christianorum

da erigersi in Valdocco di Torino con oblazione de’ Divoti

.

Nel 1865 è organizzata l’ultima grande lotteria torinese:

la basilica di Maria Ausiliatrice è destinata a diventare

il baricentro simbolico e monumentale della cittadella

salesiana che sta assumendo dimensioni considerevoli.

Spezia sceglie un codice neoclassico che ben esprime una

monumentalità ricercata: all’epoca, in un contesto di campi,

ancora più sorprendente.

Don Bosco persegue il suo secondo progetto in San

Salvario, quartiere popolare, sin dalla metà del XIX

secolo luogo multiculturale e aperto alle diverse religioni.

Il prete torinese vede il nuovo quartiere come zona di

frontiera e teme di lasciare un consistente numero di

anime in balia della comunità protestante. Qui, infatti, si

è anche focalizzata l’attenzione della comunità valdese,

che finalmente può affrontare la costruzione di un tempio

a seguito del regio decreto carloalbertino del 19 giugno

1848 in cui si stabilisce l’eguaglianza di tutti i cittadini del

regno sardo indipendentemente dalla religione professata.

Anche la comunità israelitica, dopo la non felice esperienza

Complesso del Valdocco.

Cappella e casa Pinardi,

Chiesa di San Francesco di Sales

Il complesso di Valdocco

è chiamato anche “la terra santa”

salesiana perché don Bosco

vi portò il suo Oratorio, fondò

i Salesiani e lì visse fino

al giorno della morte avvenuta

il 31 gennaio 1888.

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Basilica di Maria Ausiliatrice

La grande basilica salesiana

fu innalzata in zona Valdocco per

volere di san Giovanni Bosco su

progetto dell’ingegner Antonio

Spezia tra il 1865 e il 1868.

La chiesa fu ingrandita in

occasione della canonizzazione

tra il 1934 e il 1942.

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Don Bosco costruttore

/

Don Bosco, the “builder”

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