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Gli

sport

di Marco Violardo

Agli uomini del popolo la ginnastica dovrebb'essere insegnata e raccomandata anche più che agli

altri, perché li addestra ad esercizi nei quali buona parte di loro debba impiegare la vita. Per questo

verso gli esercizi ginnastici riuscirebbero utilissimi ai soldati, ai marinai,

ai

barcaioli, ai copri-tetti, ai

muratori,

ai

cocchieri [.. .] Dall'educazione ginnastica scaturiscono non poche utilità morali. Essa

scuote gli animi dalla mollezza e dalla poltrineria che sempre, e più nella prima gioventù, sono fonte

di abitudini vergognose e funeste [. ..]

Mi

piacerebbe che nei giorni festivi, e nelle ore dedicate

al

culto divino, in ogni città ed in ogni terra [. ..] stesse aperto per cura e sotto la vigilanza delle potestà

municipali un luogo in cui si facesse prova di destrezza e di vigore

l .

Queste considerazioni, espresse nel 1843 da Carlo Boncompagni sul periodico

«Letture di famiglia», non rappresentavano, nella Torino del tempo, un caso isolato.

Intellettuali della generazione risorgimentale come Lorenzo Valerio, Domenico Berti,

Felice Romani, Giovanni Antonio Rayneri, Ernesto Riccardi di Netro, lo stesso Camil–

lo Benso di Cavour, assegnavano infatti alla ginnastica un ruolo di rilievo nel riscatto

civile e morale degli indigenti e, più in generale, di tutte le componenti culturali ed

economiche della società subalpina, al cui interno i primi germi di sviluppo industriale

stavano annunciando preoccupanti fenomeni di urbanizzazione e proletarizzazione

2

Proprio la ginnastica, secondo Boncompagni e le altre personalità ricordate sopra,

avrebbe dovuto combattere i vizi generati dalla nuova società urbana, allontanando il

volgo dalle osterie, dai bagordi, dal gioco del lotto, da «sciocche commedie di buratti–

ni» e da «sconci lazzi di saltimbanchi»>.

Nella Torino del 1848, dunque, lo sport si caricava di finalità fisiche, psicologiche,

etiche e ricreative, risultando al pari dell'istruzione, della diffusione della lingua nazio–

nale, della difesa dei costumi e delle tradizioni popolari, una delle componenti di quel

processo di

Nation making

destinato a diventare, nel secondo Ottocento, un'idea–

guida ricorrente fra la classe dirigente liberale

4

Chi, nella capitale del regno sardo, elaborò un organico programma di educazione

fisica fu il ginnasta svizzero Rodolfo Obermann, che tra il 1843 e il 1845 precisò il suo

pensiero in una serie di articoli apparsi sulle citate «Letture di famiglia». TI 17 marzo

1844, intanto, con il dottor Luigi Balestra, i conti Luigi Franchi di Pont ed Ernesto

Riccardi

di

Netro,

il

cavaliere Filippo Roveda, l'ingegnere Cesare Valerio e l'avvocato

Lorenzo Saroldi, aveva dato vita alla Società ginnastica

di

Torino, capofila in Italia e

una delle prime associazioni sportive in Europa

5 •

Pochi mesi dopo sorgeva, nel parco

l

CARLO BoNCOMPAGNI,

Pedagogia dell'infanzia

(VI),

in «Letture

di

Famiglia», 18 marzo 1843, n. 11.

2

GAETANO BONETTA,

Corpo e nazione. L'educazione

ginnastica, igienica e sessuale nell'Italia liberale,

Milano,

Franco Angeli, 1990, p. 59 e sgg.

3

LUCA LAGORIO,

Moralità, educazione. Dei trattenimen–

ti popolari,

in <<Letture

di

famiglia», 14 gennaio 1843, n. 2.

4

GAETANO BONETTA,

Dalla ginnastica allo sport,

in

<<Italia contemporanea» , giugno 1990, n. 179, p. 348; STE–

FANO PIvATO,

Ginnastica e Risorgimento. Alle origini del

rapporto sport/nazionalismo,

in «Ricerche storiche», mag-

gio-agosto 1989, pp. 249-279; UMBERTO LEVRA,

Fare gli

Italiani: memoria e celebrazione del Risorgimento,

Torino,

Comitato di Torino dell'Istituto per la Storia del Risorgi–

mento Italiano, 1992, p. 55.

5

RENZO GILODI,

La

Reale Società ginnastica di Tori–

no. Sport e cultura nel tempo.

Torino, Toso, 1994, p. 15 e

sgg. Cenni sulla costituzione della Società

di

ginnastica in

ARcHIVIO DI STATO DI TORINO (Corte),

Istruzione pubbli–

ca. Teatri, Società ricreative, Accademie filarmoniche,

Gabinetti di lettura etc.

1788-1859, m. 4, fase. 1844. Scuo–

la di ginnastica.

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