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FELICE CERRUTI,

L'arrivo delle corse dei cavalli.

Incisione in legno, in

«li

Mondo illustrato», a. I, n. 23 , 6

giugno 1847, p . 361 (Torino, Biblioteca Civica) .

due esperti barcaioli. Uno di essi, intravedendo la possibilità di sfruttare la passione

per il nuoto e la crescente domanda di sicurezza da parte dei bagnanti, costruì una

sorta di stabilimento balneare a pagamento, consistente in una piattaforma di 30 metri

di lunghezza e di

20

di larghezza collocata in parte sulla riva e in parte in acqua e cir–

condata da canneti e rami fronzuti 20 . Si trattava del primo nucleo della scuola di nuoto

che sarà inaugurata qualche anno dopo dall'istruttore Anacleto Valle, il quale aprì sul

fiume uno «stabilimento» capace di accogliere anche corsi di ginnastica e di scherma

nonché di ospitare, per i più pigri, una birreria e una sala biliard0 21.

Se la ginnastica, la scherma, il tiro a volo e il nuoto conobbero il loro momento di

gloria a partire dagli anni quaranta, il gioco del pallone, a Torino, proseguendo lungo i

binari di una radicata tradizione che risaliva almeno al

XVI

secolo, continuava a essere

assai praticato e diffuso, quasi indifferente alle nuove teorizzazioni salutiste e all'emer–

gere di nuove discipline sportive. TI che - scrive Pivato - testimoniava «la presenza,

almeno in certe classi sociali, di uno spazio ludico ancor prima che la medicina positi–

vista postulasse il dogma igienico [. ..] come uno degli elementi costitutivi della cultura

popolare delle classi dirigenti liberali»22; Sport nazionale ben prima dell'Unità, il gioco

del pallone incardinava, a metà Ottocento, un modello di socialità per molti aspetti

precorritore di quello che il fenomeno sportivo assumerà nell'età contemporanea.

A Torino come nel resto d'Italia, tra la fine del

XVIII

e l'inizio del

XIX

secolo il pallo–

ne era uscito dal chiuso delle corti e dei palazzi' nobiliari occupando le piazze e,

soprattutto, gli sferisteri 23. La pratica sportiva si era così allargata in direzione dei ceti

borghesi e popolari che, nella capitale subalpina, si sfidavano presso i bastioni dei

giardini reali e in un fossato della Cittadella, ritrovo, quest'ultimo, di «valenti percus–

sori e ripercussori»,

di

«ammiratori» e di immancabili «scommettenti» alla ricerca di

un'occasione propizia per un facile guadagn0 24.

All'epoca era anche praticata una variante del gioco del pallone, denominata palla–

corda o trincotto e conosciuta soltanto in Piemonte. I sudditi sabaudi

vi

erano partico–

larmente affezionati, tanto che nel 1840 alcuni notabili della città vollero ricostruire il

vecchio sferisterio, collocato non distante dai giardini reali e abbattuto per lasciare

posto a un teatro. L'avvenimento ebbe ampio spazio sulla stampa locale, che intravide

nella ripresa della gloriosa disciplina un antidoto al dilagare di mode ritenute pericolo–

se. Significativo

è

l'invito rivolto dal «Messaggiere torinese»:

20

ASCT ,

Affari Ufficio di Polizia,

cart. 16, fase. 20,

185 1. Bagni sul Po.

21

ASCT ,

Affari Ufficio di Polizia,

cart. 66, fase. 17-18,

1857. Costruzione di

un

edificio per bagni sul Po.

22

STEFANO PIVATO,

I terzini della borghesia. Il gioco

del pallone nell'Italia dell'Ottocento,

Milan o, Leonardo,

1991, p. 24.

23

LUIGI MUSSI, REMO GIANUZZI, AUGUSTO

MANzo,

100 anni di pallone elastico. Storia del gioco del pallone e

degli sport sferisterici,

Alba, Ed. Paoline, s.d. Sul gioco del

p allone in antico regime, ANDREA MERLOTTI,

Tensioni

sociali e gioco del pallone nel Piemonte d'antico regime:

A lba

1748,

di

prossima pubblicazione su < Alba Pompeia».

24

D.

BERTOLOm,

op. cit.,

p. 371.

81