

IL IONDO RLUSTBATO
GIORNALE UNIVERSALE
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II.
Te.stata del settimanale
«li
Mondo illustrato. Giornale universale», pubblicato dal 2 gennaio 1847 al 14 gen–
nalO 1849 a Torino, dall'editore Pomba (Torino, Biblioteca Civica).
vescovi. Anche negli Stati sardi si istituirono così commissioni provinciali e una Com–
missione superiore per la revisione preventiva degli scritti, che dopo questo vaglio
avrebbero potuto essere pubblicati, «non esclusi quelli che trattano di materie
di
pub–
blica amministrazione»; quanto ai giornali politici, dei quali veniva permessa la pub–
blicazione soltanto nei capoluoghi di divisione, erano richiesti l'autorizzazione della
segreteria di Stato per gli Affari dell'interno e il deposito di una cauzione compresa fra
le
2000
e le 3000 lire. A presidente della Commissione superiore fu nominato un con–
servatore illuminato come il giurista Federico Sclopis il quale, personalmente convinto
che fosse preferibile introdurre un sistema di censura repressiva e non preventiva,
ispirò a criteri di tolleranza il lavoro dei censori.
Servendosi delle possibilità offerte da queste disposizioni i gruppi liberali che si
andavano aggregando in Piemonte affrettarono i tempi per arrivare alla pubblicazione
di propri organi di stampa. Primo a muoversi fu Valerio, che all'inizio di novembre
presentò la prescritta domanda per la pubblicazione di un quotidiano «politico e
morale» da intitolare «La Concordia» il cui programma, redatto da Domenico Berti,
fu diffuso come foglio volante con la data del 9 dicembre 1847.
li
documento aveva
un'impostazione liberaI-moderata, che non lasciava presagire il futuro orientamento
radicale che avrebbe caratterizzato la «Concordia» e che rifletteva probabilmente le
opinioni medie dei firmatari (oltre a Berti e a Valerio, Giuseppe Bertoldi, Domenico
Carutti, Domenico Marco e Francesco Gargano, personaggi politicamente non omo–
genei); in esso si metteva l'accento sulla «causa della nazionalità», sull'indipendenza,
sulla federazione dei vari Stati italiani e si accennava alla possibilità di dare più ampi
sviluppi al «principio elettivo posto con tanta sapienza a base del nuovo ordinamento
de' Comuni»; ma tutto questo all'insegna della «concordia d'animi e
di
pensieri» tra
principi e popoli e «tra ricchi, poveri, nobili, e non nobili». La regolare apparizione
del giornale
di
Valerio fu però ritardata sino alI
o
gennaio 1848 da difficoltà finanzia–
rie e da contrasti insorti all'interno del gruppo dei promotori, dal quale si ritirarono
successivamente Balbo, passato al «Risorgimento», e Giuseppe Cornero, Giovanni
Lanza e Carlo Pellati, che cooperarono poco dopo alla fondazione dell'«Opinione»2.
2 ADOLFO COLOMBO,
I due giornali torinesi «11 Rùor-
«il
Risorgimento italiano»,
19 10,
p.
32
e sgg.
gimento» e «La Concordia» negli albori della libertà,
in
85