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Un '«Armonia» poco armoniosa.

Vignetta satirica, in «TI Fischiet–

to»,

a. III, n . 24 , 23 febbraio

1850 (ASCT,

Raccolta Gec,

P

294).

esclusivamente popolare avrebbe sottratto alla causa nazionale l'esercito di Carlo

Alberto e avrebbe rischiato di accendere la guerra civile nel paese

(19

ottobre).

Quanto al «Messaggiere», il giornale di Brofferio tenne in quei mesi un atteggia–

mento più radicale di quello della «Concordia», con prese di posizione ispirate a una

linea democratica che si spingeva talora fino a formulare allusioni più o meno scoperte

a un esito repubblicano del processo politico in atto, come quando, contestando la

costituzionalità del ministero Alfieri-Pinelli, ammoniva i ministri e gli amici della

monarchia a «stendere la mano sincerissimamente alla democrazia» e a fare «alleanza

colle istituzioni repubblicane» se si voleva evitare che la repubblica minasse le basi del

trono (6 settembre). E appare significativo a tale proposito il fatto che il «Messaggie–

re» non condivise gli entusiasmi della «Concordia» per la Costituente giobertiana, il

cui progetto gli pareva si andasse disperdendo in un «labirinto di inutili discussioni» e

abbracciò invece l'idea della Costituente democratica di Montanelli (28 ottobre).

L'accresciuta vivacità della lotta politica nella seconda metà del 1848 fu accompa–

gnata da un sensibile incremento del numero delle testate che si pubblicavano negli

Stati sardi. Per quel che più in particolare concerne Torino, a breve distanza di tempo

l'uno dall' altro videro la luce due giornali destinati a un buon successo di pubblico, la

«Gazzetta del popolo» e l'«Armonia della religione con la civiltà», che si schierarono

su fronti opposti.

La «Gazzetta»," che iniziò ad apparire il 16 giugno con cadenza quotidiana, fu fon–

data e diretta da Giovan Battista Bottero, un giovane medico di Nizza marittima, e da

Felice Govean, che aveva sino ad allora alternato l'attività di compositore a non sem–

pre fortunate prove letterarie, con i quali collaborò un altro medico, Alessandro

Borella. La «Gazzetta» mirò a conquistarsi un mercato «popolare», facendo leva da

un lato sulla tenuità del prezzo e dall' altro sulla vivacità, l'immediatezza e la chiarezza

delle informazioni e dei commenti, che intendevano essere alla portata di un pubblico

certamente padrone dell'alfabeto, ma non fornito di un grado elevato d'istruzione.

«Partito non abbiam nessuno, opinioni quelle dei galantuomini - si diceva del numero

iniziale. - Lo scopo? Offrire al popolo un giornaletto a cui le facoltà del più povero

possano arrivare, ed egli possa averne qualche utilità». Quanto alla linea politica, il

nuovo quotidiano si caratterizzò ben presto per il suo coraggioso liberalismo (fu subi–

to oppositore del ministero Pinelli), che lo collocò in uno spazio intermedio fra quello

del «Risorgimento» e quello della «Concordia», e soprattutto.per la

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anticlericale, specie quando in Piemonte cominciò la battaglia per l elimmazlone del

privilegi ecclesiastici.

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