

Modo di collocare gli effetti alla
revista del corredo. Nelle Camere
senz'Armi
-
In Piazza colle Armi,
in «Raccolta di
R.
Determinazio–
ni» (poi «Giornale militare») ,
1840, parte III, Regolamento
Fanteria (Torino , Archivio di
Stato).
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Ma c'erano anche altri elementi che contribuivano a rendere le caserme di allora
diverse da quelle di oggi: anzitutto, la forte componente di professionisti rendeva fre–
quente il caso di individui sposati e con prole: in questi casi il regolamento prevedeva
l'assegnazione di singoli alloggi per le famiglie e, qualora ciò non fosse possibile, la
riunione dei gruppi familiari negli stessi locali, «onde conservare la decenza e il buon
costume». In ogni reggimento era prevista una scuola di catechismo, tenuta dal cap–
pellano del corpo, destinata ai fanciulli e ai giovani tamburini. Questi ultimi dovevano
poi frequentare apposite scuole reggimentali di scrittura e di aritmetica, e corsi avan–
zati esistevano per i caporali furieri e per coloro che dessero prova di una buona atti–
tudine alle questioni amministrative. La caserma, poi, era frequentata durante il gior–
no anche da individui esterni: in generale venditori di generi di consumo, e in partico–
lare vivandieri (e, spesso, vivandiere), dai quali i soldati acquistavano i generi per le
proprie famiglie o integrazioni al proprio rancio, che comunque era tutt' altro che
povero, comprendendo pasta o riso, pane bianco, carne e un mezzo litro di vino nero
7 •
Sebbene, com'è ovvio, il regolamento, non ci dica nulla di tutto ciò, non è difficile
immaginare che le camerate e i cortili dei quartieri militari fossero luoghi in cui, fra
squilli di tromba e secchi comandi, si potesse tranquillamente udire il cicaleccio delle
donne e i giochi chiassosi dei fanciulli.
Alcune variazioni al servizio consueto si verificavano al sabato e alla domenica. TI
sabato era dedicato alla pulizia personale, al controllo degli effetti e degli armamenti,
alle visite sanitarie e alle scuole teorico-pratiche. L'ispezione dei quartieri veniva di
solito compiuta dal colonnello stesso comandante del reparto. Alla domenica la trup–
pa veniva condotta, in armi, in chiesa: due soldati del reggimento servivano messa e la
banda del reggimento eseguiva i pezzi di musica prescritti.
TI sabato era, nella stagione estiva, il giorno deputato all' effettuazione dei bagni: in
luglio e agosto il reparto veniva condotto settimanalmente al più vicino fiume o spec–
chio d'acqua per effettuare il bagno: giunti a destinazione i soldati potevano riposare
per qualche minuto, onde non entrare in acqua sudati, e poi veniva loro ordinato di
spogliarsi e immergersi per almeno un quarto d'ora. Coloro che mostravano una deci–
sa avversione per l'acqua potevano evitare un'immersione completa, ma erano comun–
que obbligati a lavarsi i piedi e le gambe. Quando non venivano condotti al bagno, i
soldati dovevano lavarsi i piedi una volta alla settimana durante la stagione estiva e
una volta al mese durante la stagione fredda
8 .
L'andamento tutto sommato tranquillo della vita militare fu ovviamente sconvolto
dagli eventi del
1848.
Ancora all'inizio dell'anno l'esercito piemontese era disposto sul
7
Ibid., passim.
Inoltre, STEFANO
ALES,
L'armata sarda
dell'Esercito, Ufficio Storico, 1987, pp. 55-64.
e le ri/orme albertine
(1831-1842), Roma, Stato Maggiore
8
R.
Viglietto portante...
cit., pp. 1351-1356 e 1362.
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