

LUIGI VIGANÒ,
Quartiere della
Guarnigione.
Incisione in rame,
in
ID.,
Vedute principali di Torino
e suoi contorni,
Torino, Bacciari–
ni, circa 1835 (ASCT,
Collezione
Simeom,
D 196, particolare).
Pagina a fronte.
GIOVANNI GRAS–
SI,
Nuova divisa dell'Armata sarda
R egiO.
Litografia Doyen e
c.,
1848, Torino, G. B. Maggi, 1848
(ASCT,
Collezione Simeom ,
D
2587).
inaugurata proprio nel 1847, fronteggiata dalla nuova Cavallerizza, un maneggio che
all'epoca era aperto al pubblico.
Infine i quartieri delle guardie del corpo, ripartiti in due fabbricati distinti:
il
primo, iniziato sotto Vittorio Amedeo III (1778) e completato durante
il
regno di Vit–
torio Emanuele I, era situato in via Po, e occupava l'area del vecchio convento degli
antoniani. Il secondo, destinato alla Compagnia sarda, era stato realizzato su progetto
del Brunati ai tempi di Carlo Felice, ed era situato in contrada dei Ripari, nell'isola di
San Valerico.
Gli edifici ora ricordati, cui possiamo aggiungere la caserma che era (ed è tuttora)
sede dei carabinieri fin dalla fondazione del corpo nel 1814, situata nel palazzo dell'ex
Collegio delle Provincie, in piazza Carlina, erano dotati di un certo pregio architetto–
nico, e per questo vengono descritti con dovizia di particolari nelle varie guide alla
città. Le forze armate occupavano tuttavia anche altri spazi, ignorati di solito dalle
descrizioni attente soprattutto agli aspetti artistici, ma che sono invece ricordati dalle
trattazioni commerciali-amministrative e, ovviamente, dai documenti ministeriali: così
la fanteria usava altri due quartieri, detti di Sant'Isidoro e dei Grani, situati rispettiva–
mente nell' omonima isola, su via Santa Chiara, e in via del Soccorso (nel tratto che
all'epoca si chiamava via dei Tintori), occupando un fabbricato situato nell'isola di
San Valerico e adibito ancora negli anni venti a magazzino per le granaglie. Sempre
nell'isola di San Valerico avevano sede il quartiere detto dei Ceppi, prima sede dei
bersaglieri, e il magazzino centrale delle merci militari; sul corso della Cittadella (nel
tratto coincidente con l'attuale via Bertola), sorgevano poi le cosiddette Caserme vec–
chie, occupate dal Corpo d'Amministrazione
2 •
Per il mantenimento di queste strutture, cui bisognava aggiungere quelle comprese
nella divisione militare di Torino, ma situate fuori città - come Venaria Reale, Monca–
lieri, Stupinigi, Chieri, Chivasso e Carmagnola - venivano annualmente stanziate sulla
parte ordinaria del bilancio dell'Azienda di artiglieria, fortificazioni e fabbriche milita–
ri circa 90.000 lire (questo negli anni immediatamente precedenti il 1848), mentre
sulla parte straordinaria del bilancio venivano iscritte regolarmente alcune decine di
migliaia di lire per lavori di miglioramento o di manutenzione straordinaria di questi
stessi fabbricati
3
.
Nel 1846 Carlo Alberto decise la costruzione di un nuovo ospedale
2
Informazioni tratte in prevalenza da guide di Torino
e dintorni pubblicate nel secolo scorso. Fra quelle consul –
tate ricordiamo:
Dieci giorni in Torino, ossia descrizione
antica e moderna della città,
Torino, Marietti, 183 1;
Guida
di Torino pe11845,
Torino, Marzorati, 1845; GUGLIELMO
STEFAN I e DOMENICO MONDO,
Torino e suoi dintorni.
Guida storico-artistica, amministrativa e commerciale,
Torino, Schiepatti, 1852; AUGUSTO LOSSA,
Guida pratica
pei viaggiatori in Torino. Storico-commerciale-amministra–
tiva,
Torino, UTET, 1855; l o.
Torino descritta, o guida sto-
162
rico-amministrativa della città di Torino,
Torino, Tipogra–
fia Letteraria, 1863;
Piccola guida di Torino e dintorni illu–
strata,
Torino, Serra, 1862; GIUSEPPE TORRICELLA,
Guida
alle vie di Torino,
Torino, Libreria delle Famiglie, 1867.
3
I corpi dell'esercito piemontese non eranostanziali,
ma cambiavano di sede ogni due o tre anni. Negli anni
1848-1849 ebbero sede a Torino la brigata Guardie, la
brigata Casale, parte dei bersaglieri,
il
reggimento Savoia
Cavalleria, alcuni reparti di artiglieria, del Treno di Pro–
vianda, dei carabinieri, nonché alcune compagnie destina-