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Accanto alle scuole infantili, le scuole della Mendicità istruita, rette dalle suore di

san Giuseppe, contraltare femminile dei fratelli, di cui riprendevano i metodi d 'inse–

gnamento, costituivano una delle poche occasioni di istruzione offerte alle fanciulle al

di fuori del consolidato modello dell'istituto assistenziale, per le povere, e dell'educan–

dato per quelle nobili o di «civile» condizione. La Municipalità infatti non si dava

pensiero di aprire scuole proprie, che sarebbero state fondate solo dopo il

1850.

La

vasta gamma di «ritiri», ricoveri, ospizi, «rifugi», conservatori, istituiti per fanciulle

orfane, abbandonate, «pericolanti», o semplicemente povere, non offriva molto di più

di un'istruzione sommaria, spesso circoscritta a una rudimentale alfabetizzazione:

vigeva infatti la consolidata opinione che fosse necessario evitare per tali fanciulle,

come raccomandava il regolamento del monastero delle povere Orfane, un 'educazio–

ne inadeguata alla loro condizione, «sicché entrando nel mondo non abbiano a desi–

derare maggiori beni di quelli che loro concede la fortuna»41. Quanto alla formazione

professionale, essa era limitata a una gamma ristretta di mestieri e non schiudeva allet–

tanti prospettive di inserimento nel tessuto produttivo cittadino , tanto che era fre–

quente la permanenza per tutta la vita all'interno dell'istituto. Una vita scandita dal

lavoro, dalla preghiera, segregata dal mondo: salvaguardarne l'isolamento era infatti

una delle preoccupazioni principali dei responsabili di simili istituti, come si vede dai

continui rimaneggiamenti operati nel Ritiro delle figlie dei militari per porre riparo

alla contiguità con il carcere delle Forzate e l'Ospedale dei pazzi 42 .

Al modello claustrale, evidente sin nel parlatorio che filtrava e regolamentava i con–

tatti con l'esterno, si ispiravano anche gli istituti ove venivano educate le fanciulle di

più elevata condizione. Certo erano maggiori le cure per la salubrità dei locali, più

ampi gli spazi e più varia l'istruzione impartita, che prevedeva anche l'insegnamento

del francese, del disegno, della danza, di quanto insomma fosse utile per una vita di

società. Tra essi è da notare l'edificio in cui aveva sede la Regia Opera della Prowi–

denza, eretto su disegno di Benedetto Alfieri nella strada che ne aveva preso il nome

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GANDOLFI, Carlo Bon Compagni e Ferrante Aporti in un'aula scolastica. Frontespizio litografato, in «Letture

cii

famiglia. Giornale settimanale

cii

educazione civile, morale e religiosa», anno II, Torino, Pomba, 1843

(ASCT,

CollezioneSimeom,

C 7453).

41

D.

SACCHI ,

1nstituti di beneficenza a Torino

cit.,

p.ll0.

42

Si veda

PAOLA MAITEDI,

Il Ritiro per le Figlie dei

Militari di Torino,

1779-1873, tesi di laurea

in

Storia del

Risorgimento, Università di Torino, relatore Umberto

Levra, a.a. 1994-95.

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