

Ortografia esterna del nuovo ospedale di
S.
Luigi costruttosi in Torino. Progetto dell'Architetto Cavaliere
Giuseppe Talucchz; Professore nella Regia Università.
Litografia anonima, circa 1835 (ASCT,
Collezione
Simeom,
D 635 , particolare).
indigenti con pericolo di ricadere» come accadeva «pur troppo assai sovente in altri
spedali». L'esiguità dei ricoveri era infine bilanciata dai soccorsi a domicilio
ch~
prov–
vedevano a circa 800 persone al mese, in città e nei borghi
9 .
Ogni anno oltre 5000 indigenti erano poi prowisti di medicinali dalla Compagnia di
San Paolo che, con redditi propri ed elargizioni del Municipio, gestiva il servizio sani–
tario domiciliare, anche notturno, con un medico e un chirurgo per ogni parrocchia
IO.
Oltre al ricovero, i poveri potevano fruire di consulti gratuiti e di visite a domicilio
pure con l'ambulatorio dell'ospedale dei Santi Maurizio e Lazzaro; nel 1848 fu predi–
sposto un servizio analogo per donne e fanciulli. Anche se i medici di questo ospedale
li accusavano di ricorrere loro troppo tardi, spesso al termine di malattie ormai incura–
bili, già nel decennio 1828-1837 l'ospedale dell'Ordine Mauriziano, con il 4,87 per
cento, emergeva tra tutti per la mortalità minima quando la media era dell'1l,71 per
cento, pur avendo ricoverato una media annua di quasi 1000 persone. La preferenza
accordata al ricovero delle malattie chirurgiche e delle fratture aveva contribuito a
ridurla ulteriormente: nel 1840
fu
del 3,78 per cento con 784 ricoverati nel reparto di
medicina e 643 in quello di chirurgia
ll .
L'intervento del sovrano era stato decisivo per
l'avvio delle riforme: i finanziamenti costanti dell'Ordine avevano permesso l'amplia–
mento dei locali e un salto di qualità dell' assistenza erogata - alle soglie del '48 si ope–
rava con l'etere - tale da renderlo meta ambita per medici già famosi. Rispetto ai colle–
ghi dell'ospedale San Giovanni vi fruivano stipendi più elevati pur avendo a carico un
minor numero di pazienti. Mentre al San Luigi i medici detenevano un ampio potere
decisionale, qui erano sottoposti alla sorveglianza diretta del Grande Spedaliere del–
l'Ordine, che esigeva una relazione settimanale sull'andamento delle infermerie
l2 .
All'immagine dello stabilimento «modello nel suo genere», improntato persino al
lusso, non doveva sfuggire alcuna imperfezione, soprattutto per quel ceto medio,
«guardie del corpo ed altre persone distinte o civili», cui il sovrano aveva voluto aprire
diverse camere a pagamento.
Tanto era «da lodarsi» la situazione riscontrata da Carlo Alberto nel 1834 al San
Luigi, quanto deprecabile gli era invece apparsa nel 1831 quella dell' ospedale San
9 D EFENDENTE SACCHI,
Instituti di beneficenZJJ a Tori–
no,
in «Annali Universali di Statistica», aprile
1835,
pp.
85-88
edito anche Milano, Società editori annali Univer–
sali delle Scienze e dell'Industria,
1835, 54
pp.
lO
Ibid.
p.
102;
Istruzioni pel servizio sanitario de'
Poveri infermi abitanti nel recinto daziario della
Città
di
Torino state approvate dalla Veneranda Compagnia di
S.
Paolo,
Torino, Tip. Ceresole e Panizza,
8
febbraio
1846;
S.
B ERRUTI,
op. cit.,
p.
55.
Il
G.
CASALIS,
op. cit.,
pp. 664-665;
B ERNARDO B ERTI–
Nl ,
Statistica nosologica dal
1821
al
1833
e rendiconto
medico per il
1834
del Venerando Spedale Maggiore della
Sacra Religione ed Ordine Militare de'
Ss.
Maurizio e Laz–
ZJJro,
Torino, G . Pomba,
1835.
12
L UIG I
C1BRARJO,
Breve storia degli ordini di San
Maurizio e di San Lazzaro avanti e dopo l'unione dei mede–
simi,
Torino, Stabilimento tipografico Fontana,
1844,
p.
63 ; Trnsl MARJO CAFFARATTO,
Storia dell'Ospedale Mag–
giore di Torino della Religione ed Ordine dei SS. Maurizio
e Lazzaro
-
dal secolo XVI al secolo
XX -, in «Annali del–
l'Ospedale Maria Vittoria di Torino»,
1979,
n.
7-12,
pp.
375-377, 388-394, 401; L'Ordine Mauriziano dalle origini
ai tempi presenti,
Torino, Officina Grafica Elzeviriana,
1917,
p.
336;
U.
L EVRA,
op. cit.,
pp.
109-116.
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