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mento dell'edificio furono affidati all' architetto Piolti e anche qui si adottò il sistema

della segregazione notturna e del lavoro in comune durante il giorno, costruendo

300

celle e numerosi laboratori.

Se a livello teorico il governo sardo con il progetto di «carcere agricolo» aveva pre–

corso veramente i tempi rispetto al resto dell'Europa , tanto che Charles Lucas, ispet–

tore delle prigioni in Francia, considerava la Generala un modello da seguire anche

nel suo paese, di fatto i lavori di ristrutturazione andarono molto a rilento e il nuovo

edificio aprì i battenti soltanto nella primavera del

1845

48 •

Nel frattempo le Regie

patenti del

9

febbraio

1839

avevano dato l'avvio a una seconda fase della riforma car–

ceraria più ampia e complessa, implicante non solo la ristrutturazione dei vecchi luo–

ghi di reclusione, ma anche la costruzione di nuovi. Una volta realizzate le nuove car–

ceri, vi si sarebbero dovuti trasferire molti condannati custoditi in quelle giudiziarie,

che sarebbero così rimaste destinate esclusivamente alla reclusione degli accusati e dei

condannati a detenzioni di breve durata; inoltre queste ultime sarebbero passate, per

quanto riguardava

il

regolamento interno e l'amministrazione economica, sotto la

direzione del Guardasigilli

49 •

In attesa di tutti questi rivolgimenti strutturali, le carceri giudiziarie di Torino ven–

nero disciplinate dal regolamento provvisorio del

26

febbraio

1842 ,

il quale poneva le

prigioni del Senato, il Correzionale e le Forzate sotto la sovrintendenza del dicastero

della Grande Cancelleria, corrispondente all'odierno ministero di Grazia e Giustizia,

tranne per l'amministrazione economica, che restava ancora sotto il dicastero degli

Interni e quello delle Finanze5°.

I progetti per le carceri giudiziarie di Torino furono una vera e propria tela di

Penelope: si facevano e si disfacevano. Fin dal

1833 ,

infatti, la commissione Balbo–

Alfieri aveva proposto, tra i provvedimenti più urgenti, la costruzione di nuove carceri

a Torino in sostituzione delle prigioni Senatorie, Correzionali e delle TorrPl , giudicate

insalubri e situate in luoghi inadatti, ma la loro realizzazione incontrò tali e tanti osta–

coli e varianti di carattere tecnico ed economic0

52 ,

che il progetto venne congelato fino

al

1862.

Soltanto allora si iniziò la costruzione del carcere giudiziario Le Nuove, su

disegno dell'architetto Giuseppe Polani, che verrà terminato nel

1869

e che ancor

oggi si staglia in corso Vittorio Emanuele II

127

con la sua vecchia costruzione in mat–

toni

53 •

Fino a quella data, dunque, le carceri giudiziarie di Torino non videro alcun

miglioramento ambientale e continuarono a essere ubicate nei vecchi stabili: le Sena–

torie, che occupavano due lati dell'isolato conosciuto come Senato nuovo - anche

sede dell'omonimo supremo tribunale - e precisamente quelli su via San Domenico e

via delle Orfane; le Correzionali, in via Stampatori, ubicate dal

1802

nella parte sud–

ovest del convento dei gesuiti, annesso alla chiesa dei Santi Martiri; le Forzate, nel

secondo isolato sulla sinistra, partendo dall' attuale corso Valdocco, di via San Dome–

nico, che allora si chiamava

anco~a

via Figlie dei Militari nel suo primo tratto, e le già

ricordate carceri delle Torri a Porta Palatina

54 .

Se dunque furono lasciati da parte per diversi anni i piani di miglioramento struttu–

rale per le carceri giudiziarie, si cercò, tuttavia, con provvedimenti legislativi di ovviare

dei giovani che

è

per aprirsi nell'edifizio della Generala

presso Torino,

in

Calendario generale pe' regii stati,

Tori·

no, Tipografia di Giuseppe Baglione e

c.,

XVII, 1840,

pp. 569-588.

48

Regio brevetto del 12 aprile 1845, n. 487, in

Raccol–

ta degli atti del governo

cit., 1845, pp. 107-109; P. CASANA

TESTaRE,

Le riforme carcerarie

cit., pp. 302-305.

49

Regie patenti del 9 febbraio 1839, n. 251, in

Raccol–

ta

d~*li

atti del governo

cit., 1839, pp. 19-23.

5

Regolamento provvisorio per le carceri giudiziarie di

Torino, allegato alle regie patenti del 26 febbraio 1842, n.

376, in

Raccolta degli atti del governo

cit., 1842, pp. 64-115.

51

Le carceri delle Torri, che fino

al

1847 funzionaro-

no come prigioni del Vicariato, furono successivamente

destinate alla custodia delle donne condannate (PIETRO

BARlCCO,

Torino descritta,

Torino, Tipografia G.

B.

Para–

via e comp., 1869, p. 286).

52

Su tali progetti si veda P. CASANA TESTaRE,

Le

n/orme carcerarie

cit., pp. 289-291.

53

Sul carcere Le Nuove si veda VERA COMOLI MAN–

DRACCl,

Il carcere per

la

società del Sette-Ottocento. Il car–

cere giudiziario di Torino detto "Le Nuove»,

Torino, Cen–

tro Studi Piemontesi, 1974.

54

G. STEFANl,

D.

MONDO,

Torino e suoi dintorni

cit,

p. 253 -54; P. BARICCO,

Torino

cit, pp. 285-286;

L.

CIBRA–

RIO,

Storia di Torino

cit., pp. 151 , 254-55.

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