

Nel Piemonte della Restaurazione esistevano diversi tipi di case di reclusione: le
carceri giudiziarie,
le
case di pena
o
penitenziari,
gli
ergastoli
-
che allora indicavano
genericamente le prigioni per giovani delinquenti -, i
bagni
o
galere
e le
carceri di
deposito.
Queste ultime erano delle celle che servivano per
il
disimpegno dei piccoli
affari di polizia, in cui i detenuti erano reclusi con semplici provvedimenti amministra–
tivi senza alcuna garanzia giudiziaria, e comprendevano le carceri comunali - ove i sin–
daci rinchiudevano temporaneamente coloro che per ordine superiore avevano dovu–
to arrestare -, quelle situate nelle caserme dei carabinieri reali - destinate agli arrestati
o prigionieri di passaggio - e quelle dei comandanti militari che, dietro incarico della
polizia, avevano facoltà di farvi rinchiudere gli arrestati. I bagni o galere, invece, erano
destinati ai colpevoli di gravi crimini, condannati ai lavori forzati , mentre negli erga–
stoli venivano rinchiusi i giovani di cattiva condotta e avevano scopi puramente pre–
ventivi, tant'è vero che spesso erano gli stessi parenti a chiedere l'internamento dei
ragazzi discoli per evitare che prendessero una brutta strada. Per i condannati a lunga
detenzione esistevano le case di pena o penitenziari, e per quelli sottoposti a detenzio–
ni più brevi oppure in attesa di giudizio, le carceri giudiziarie. Queste ultime si divide–
vano a loro volta
in
mandamentali, prefettoriali o senatorie a seconda della loro dipen–
denza dal Giudice di mandamento, dal Prefetto o dal Senato.
Toga e mazza ottocenteschi usati dai
supremi magistrati dei tribunali
sabaudi (Tribunale di Torino, Corte
d'Appello) . Carlo Dionisotti
(Storia
della magistratura piemontese, 1881,
voI. II, pp . 102-103) descrive così
l'abbigliamento di tali magistrati:
«Nelle funzioni solenni i senatori
vestivano, come tuttora, la toga pur–
purea di panno col collare , ed i
primi presidenti la toga di velluto
collo strascico contornato da ermelli–
no, col cappuccio sulla spalla destra:
il
presidente capo aveva lo strascico
meno lungo: i presidenti di classe od
onorari, la toga di velluto. I senatori,
l'avvocato generale e l'avvocato
fiscale generale e l ' avvocato dei
poveri avevano le mostre di satino
rosso. I sostituti degli uffizi generali
e dell'avvocato dei poveri, le mostre
di satino nero. I segretari la stessa
toga colle mostre di tessuto nero, e
così
il
procuratore dei poveri ed il
priore degli attuari. Nelle funzioni
portavano un berrettone di velluto
nero». La «mazza» e le «bacchette»
erano le insegne dei magistrati: la
prima, con le armi di Casa Savoia ed
in cima la corona, era il simbolo di
giurisdizione, mentre le seconde rap–
presentavano la dignità (foto David
Vicario, 1998).
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