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Attraendo molte risorse la guerra pose termine pure a una iniziativa sorta nel

1843

nella zona del Moschino: sostenuta da filantropi e medici, e dalla Compagnia di San

Paolo per la fornitura dei medicinali, era rivolta ai ragazzi poveri sotto i lO anni, cui

era principale rimedio quella «vigile sollecitudine» di cui mancavano le loro famiglie.

L'Ospedale infantile, con solo

12

letti, ricoverò ben

720

ragazzi, soprattutto maschi,

molti dei quali dimessi con esiti favorevoli nonostante lo stato «di disperata guarigio–

ne» in cui arrivavano. Sopravvisse invece l'ospedale di Santa Filomena, fondato da

Giulia di Barolo nel

1845

per le bambine da

3

a

12

anni, ancora più trascurate dei

maschi, affette soprattutto da rachitismo e infermità costituzionali che oltre a cure

mediche richiedevano un buon vitto 20 .

li

percorso ormai avviato verso la specializzazione dell'assistenza sanitaria disponeva

inoltre di altre strutture sorte da iniziative confessionali, come l'Ospedaletto Valdese, o

di privati 21 . Alcune si occupavano di particolari patologie: il Dispensario oftalmico,

riceveva annualmente circa

1000

poveri da Torino e dalle province, con 4 letti per gli

interventi chirurgici; lo Stabilimento ortopedico accoglieva preferibilmente malati non

oltre i

10-12

anni, affinché la giovane età consentisse ai più recenti ritrovati ortopedici

qualche possibilità di recupero. La Casa di San Salvatore, delle suore della Carità,

disponeva di 5 letti per i convalescenti più deboli e bisognosi dimessi dagli ospedali.

Altre si collocavano nel circuito privilegiato dell'utenza a pagamento, come l'ospedale

di San Salvatore con

80

letti; o la Casa di Sanità del dottor Sperino, con

un

movimento

annuo di circa

200

persone che desideravano cure «proporzionate

ai

loro mezzi»22.

Torino, Tip. Speirani e Ferrero, pp. 98-102, Regio Decre–

to 16 giugn01848.

20

G.

CASALIS,

op. cit.,

p. 675; TrnsI

MARIo

CAFFARAT–

TO,

Il

primo ospedole infantile in Torino

(1843), in <<Pagi–

ne di storia della medicina», 1971 , n. 1; PIER LUIGI

RI NAUDI,

L'opera assistenziale di Giulia e Tancredi di

Barolo a Torino nell'Ottocento: educazione, istruzione pro-

f essionale e sanità,

tesi di laurea in Storia del Risorgimen–

to, Università

di

Torino, relatore U. Levra, a.a. 1984/85,

pp. 306-349, 369.

21

UMBERTO LEVRA (a cura

di),

Il catasto della benefi–

cenza. IPAB e ospedoli in Piemonte

(1861 -1985), Torino,

Regione Piemonte, 1985, voI.

1.

22

G.

CASALlS,

op. cit.,

pp. 190-191, 194, 207, 674-675.

205