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tecniche. Fu proprio Giulio, l'insegnante di maggior prestigio, a tenere il

15

dicembre

1845

la prelezione. In essa una lunga, insistente perorazione era volta a rassicurare i

molti awersari dell'istruzione popolare che «gli elementi scientifici» si sarebbero

dif–

fusi «in tutti gli ordini della nazione secondo la misura de' loro bisogni, del tempo e

de ' mezzi ch'essi possono consacrare allo studio», e che comunque mai sarebbero

risultati intaccati «l'armonia della famiglia e della patria, il rispetto delle leggi e della

Religione santa»16.

L'interesse del nascente comparto industriale verso la chimica era accompagnato da

analoghi sviluppi nel settore agricolo. Il

16

febbraio

1843

si era costituita in modo

definitivo l'Associazione agraria piemontese, il primo ente associativo con una largà

base sociale permesso nella struttura autoritaria dello Stato sabaudo. La storia dell'As–

sociazione agraria fa parte integrante della storia politica del Piemonte, e non sarà

certo ripresa qui. Dobbiamo solo ricordare che alla fine del

1844

essa comprendeva

2700

membri, fra cui i promotori già citati delle Scuole tecniche, il giovane medico

Giovanni Lanza (che avrà una parte rilevante nell'epilogo della nostra storia) , e, owia–

mente, l'altrettanto giovane Camillo Benso conte di Cavour.

È

proprio nella biografia

del maggiore uomo politico del nostro Risorgimento che si vede quanto il grido «Agri–

coltura! Agricoltura!», già evocato da Giulio nel

1845

all'inaugurazione delle Scuole

Tecniche, richiamasse ormai anche importanti produzioni industriali. Per noi è rile–

vante l'attenzione del conte verso la chimica, anche se non certo da un "puro" punto

di vista accademico

17 •

In verità le stesse letture di Cavour ci danno una precisa indicazione dei suoi inte–

ressi. In una lettera al fratello Gustavo scriveva nel giugno

1845:

«Dopo che ho letto

Boussingault l'agricoltura ha per me il fascino di una scienza». Nell'Archivio cavouria–

no di Santena sono conservati numerosi suoi appunti di chimica agraria, con note

prese da una traduzione inglese di un testo fondamentale di Liebig e da un testo -

famosissimo - di Johnston

l8 .

Le scelte di lettura di Cavour confermano quanto abbia–

mo già visto a proposito di ricercatori professionisti come Abbene: la cultura chimica

piemontese era perfettamente aggiornata rispetto a quanto aweniva nei principali

paesi europei. Infatti la corsa verso l'utilizzo dei fertilizzanti (in particolare di quelli

azotati) era stata aperta nel

1840

dalla pubblicazione contemporanea in Germania e

in

Inghilterra dell'opera di Liebig sulla chimica organica e le sue applicazioni all'agricol–

tura e alla fisiologia

l 9 ,

mentre sul versante britannico gli Elements of Agricultural Che–

mistry and Geology di Johnston, pubblicati nel

1842,

ebbero un enorme success0

20

Se

l'orizzonte scientifico era europeo, lo sguardo politico di Cavour era rivolto principal–

mente all'Inghilterra, e fin dal novembre

1843

aveva proposto ad Auguste De La Rive

un saggio sulla legislazione inglese dei cereali. Per vari motivi il saggio fu pubblicato

sulla «Bibliothéque universelle de Genève» solo all'inizio del

1845;

qui, fra le molte

considerazioni politiche2

l ,

Cavour accenna all'uso di ossa e guano come fertilizzanti, e

offre ai suoi lettori questa valutazione: «L'applicazione della chimica all'agricoltura è

16

CARLO IGNAZIO GIULIO,

Per l'apertura delle scuole

di meccanica e di chimica applicate alle arti,

Torino, Stam–

peria Reale, 1845, p. 43 .

A

questo proposito si può con–

sultare: LUIGI CERRUTI,

"Payments

by

Results": l'insegna–

mento della chimica nell'Inghilterra vittoriana e la figura di

W.

A.

Tilden,

in FERDlNANDO

ABBRI

(a cura di),

Atti III

Convegno Nazionale di Storia e Fondamenti della Chimica,

Cosenza, Università della Calabria, 1991 , pp. 181 -194.

17

Un interesse per la chimica, più colto e profondo

di

quello di Cavour, si ritrova in un altro grande del Risorgi–

mento,

il

lombardo e repubblicano Carlo Cattaneo; si

veda LUIGI CERRUTI,

Stanislao Cannizzaro e la storia della

chimica: l'opera storica,

in

A spetti della storia della scienza

nella tradizione italiana,

Brescia, Università Cattolica,

1985, pp. 27 -47.

18

ROSARIO ROMEO,

Cavour e

il

suo tempo (1 842-

1854), Bari, Laterza, 1984, pp. 123 e 125. J EAN-BAPTISTE

BOUSSINGAULT aveva pubblicato

l'Economie Rurale con–

siderée dans ses rapports avec la Chimie,

la

Physique et la

Météorologie,

la sua opera più importante, in due volu–

mi,

1843-44. Chissà se Cavour sapeva che Boussingault

aveva combattuto a lungo in Sud America al servizio di

Bolivar?

19

Per le numerose edizioni e traduzioni della

Organi–

sche Chemie in ihre Anwendung auf Agricultur und Phy–

siologie

si veda JAMES

R.

PARTINGTON,

A History of Che–

mistry,

voI. IV, London, Macmillan, 1964, pp. 298-299.

L'opera di Johnston ebbe 17 edizioni, e opportuna–

mente rifatta soprawisse per quaranta anni alla morte del

suo autore.

21

Un'ampia disamina dell 'articolo

è

in

R.

ROMEO,

Cavour e il suo tempo

cit., pp. 209-214.

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