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y.

.

.

..

,

.'

biente zoologico torinese particolarmente sensibile a ogni nuova teoria, quando non

addirittura a elaborare in prima persona teorie nuove

9 •

Gené provvide dunque rapidamente a smantellare, dalla cattedra e con le sue pub–

blicazioni il Jrasformismo lamarckiano, liquidandolo con poche frasi:

Finché stette in favore l'idea della catena degli esseri, e quando a questa idea innocente succedette

quel trabocco di falsa filosofia che tentò di confonderli tutti in una sola origine e in un solo fine,

1'0-

rang outang fu

il

tema favorito , fu

il

cavallo di battaglia tanto

di

coloro che cercavano un anello che

collegasse l'uomo ai bruti, come

di

coloro che gittavan l'uomo nel fango per livellarlo

ai

bruti. Ed

era tanta la furia di far prevalere questi pazzi concetti, che furono uditi uomini, del resto gravissimi e

oculatissimi, asserire e gridare come nissun carattere fisico e [. ..] morale distinguesse quest'animale

dall'uomo [.. .]

il

che prova che quando la mente non vuoI vedere, gli occhi del corpo non vedono.

Ma la teoria [...] della conèatenazione degli esseri [. ..] dovette cedere

il

luogo al sistema dei tipi

distinti e delle linee parallele; l'altra dottrina [illamarckismo

nda]

poi ebbe tanta vita quanta ne

ebbero le violente commozioni politiche che la partorirono e disparve con

il

quietarsi e

il

rinsavirsi

delle menti

lO.

Non ci si stupirà che Gené, appena possibile, inviasse la spoglia del servo africano

del principe Borghese al gabinetto

di

Anatomia umana, dove si trova tuttora.

A Torino non si parlava dunque più di evoluzione, ma, negli anni che andarono dal

trenta al quaranta dell'Ottocento, si susseguirono comunque importanti avvenimenti

che coinvolsero l'ambiente zoologico piemontese, dandogli un respiro più interna–

zionale.

L'8 novembre 1838 salpò da Genova la regia fregata

Regina

per un viaggio

di

cir–

cumnavigazione del mondo, al comando del contrammiraglio Albini. A bordo, oltre a

379 uomini d'equipaggio, erano imbarcati il principe Eugenio di Carignano, in viaggio

d 'istruzione, e due naturalisti, il botanico chiavarese Giovanni Casaretto (1810-1879) e

9

Fra i ricercatori che si formarono a Torino e che si

occuparono di evoluzione, ricordo Daniele Rosa con la

teoria dell'ologenesi, Ermanno G iglio-Tos con i 4 volumi

de

Les Problèmes de

la

vie,

Léon Croizat, con la panbio–

geografi a. Si veda a questo proposito anche MICHELE

LUZZATTO, CLAUDIA PALESTRINI, PIETRO PASSERIN D'EN-

250

TRÈVES,

L'opera dimenticata di Daniele Rosa,

in «Accade–

mia delle Scienze

di

Torino. Memorie. Classe

di

Scienze

Fisiche, Matematiche e Naturali», 21, 1997, pp. 3-48.

lO

GIUSEPPE GENÉ,

Storia Naturale degli Animali,

Torino, 1850 (pubblicata postuma da De Filippil, 2 voll.,

p.96.