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ALESSANDRO ANTONELLI,

Pro·

getto di Monumento al Can.

eo

Cav.

re

Cottolengo.

Disegno a

penna, 1844 (ASCT,

Progetti

edilizi, 1844/32) .

Ma «l'edificio di riforme che, prima, durante e dopo l'epoca francese, aveva visto al

lavoro uomini come Prospero Balbo e Alessandro Saluzzo crollava rovinosamente; [..

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ciò che davvero veniva compromesso era l'intero sistema ideale che aveva trovato il

suo terreno di coltura nella Scuola di Artiglieria, all'Accademia delle Scienze e nella

nuova università»".

Sarà proprio uno di quegli scambi di prospettiva, tipico segno di contrasti e, insie–

me, di vitalità nella tradizione culturale e politica piemontese, a proporre un nuovo

rapporto tra verità della scienza e valori morali; rapporto destinato a irrigidirsi attra–

verso la crisi positivistica della tecnologia, producendo in tal modo una frattura tra il

mondo dei "militari" e quello degli "ingegneri"; tra la società militare e quella civile.

E appunto da quest'ultima verranno fatte emergere - anche se in forma dapprima

necessariamente attutita (fino alla proclamazione del regno d'Italia) e poi anche trop–

po marcata -le presunte valenze dominanti della potenzialità tecnologica nell' architet–

tura, al di fuori di ogni regola e di ogni schema, nell'Eclettismo.

Il metro di giudizio critico, legato fino a tutto

il

periodo neoclassico alla fisicità

della costruzione, si sdoppierà tra forma e struttura attraverso il prevalere sistematiz–

zato della tecnica: processo che trasformerà ogni linguaggio in "stile". Patologia, que–

sta, troppo spesso trascurata ancora oggi da chi voglia occuparsi di architettura.

I l

W ALTER B ARBERlS,

Le armi del Principe. La tradizio–

ne militare sabauda,

Torino, Einaudi, 1988.

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