

CARLO SCIOLLI,
Interno dell'Accademia militare di Torino.
Litografia a colori, presso Ajello e Doyen, 1836
(ASCT,
Collezione Simeom,
D 447) .
Un ottimo esempio
in
questo senso
è
rappresentato dallo sviluppo tecnico dell'arti–
glieria: durante l'epopea napoleonica essa aveva avuto una sempre maggiore importan–
za sia a livello tattico che a livello strategico, e nessun esercito poteva ormai prescinde–
re dal possederne una numerosa. Ma le artiglierie costavano: ormai da parecchio
tempo quelle terrestri erano costruite
in
bronzo: un materiale assai costoso e soggetto a
un rapido deterioramento. Di qui l'idea di usare la ghisa, assai meno cara, meno sog–
getta all'usura causata dall'esplosione delle cariche, ma assai più fragile . In campo
marittimo, dove la questione del peso delle artiglierie era secondaria, il problema era
stato risolto costruendo artiglierie dotate di volate e di culatte di forte spessore. Il
miglioramento delle tecniche siderurgiche iniziato nel corso del
XVIII
secolo cominciò
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