

Continua a circolare a Genova una feroce e divertente satira di autore ignoto, pro–
babilmente dell' autunno del 1847, dal titolo
Editto prossimo a sortire negli Stati Sardi.
Eccola:
Carlo Alberto, presa mente
Di regnar felicemente
Per grazia del solito,
O qualcun che per lui fa,
Salutando in sua bontà
I fedeli sudditi,
Perché ognuno sia sicuro
D 'un bellissimo futuro
Oggi si determina
A cangiar metodo e forma
Con pienissima riforma
Alle scienze e lettere:.
E per giungere a tal punto
Visto, udito, tolto, aggiunto
CosÌ vuole ed ordina:
Che permesso ad ognun sia
Di trattar Filosofia,
Solo Metafisica.
Le altre parti come cose
Un pochin pericolose
Relegate all'estero
Quanto a storia, a piacimento
Lascia il vecchio testamento
Meno i patti Egizii.
Se però qualcun si sente
Un prurito prepotente
Di farla da storico,
C'è la storia naturale,
Tutto il regno minerale
Tutta la botanica.
L'animale essendo un regno
Che può svolgersi a disegno
È
prudente escluderlo.
Crede poi molto ben fatto
Dare in genere lo sfratto
Al mondo poetico
Visto Della Margherita
Padre Volpi Gesuita
Confirmato Lazzari
Eccettuati alcuni canti
In onor dei vari santi
Da cantar sull'organo
E nel genere guerriero
Si autorizza il Trocadero
Come lo raccontano.
In materia di giornali
Svegliarini principali
Delle teste giovanili,
Si dovrebbe farne senza
Ma in benigna sofferenza
Di paterno spirito,
Lascia correr nel paese
La Gazzetta piemontese
Che ce n'è da vendere.
Le appendici di Romani
Anco in fogli quotidiani
Son senza pericolo.
Quanto ai scritti in religione
Si fa nota l'intenzione
Di un sistema unanime:
Si prefigge a capo scuola
Sant'Ignazio di Lojola
Che fra noi ripullula;
E saranno autenticate
Le varianti immaginate
Del Testo Evangelico,
Dai cervelli riveriti
dei Beatissimi Gesuiti.
Notando in proposito
Che Pio nono è un per di più
E se seguito a star su
È
solo per formola.
Sottoscritto: Carlo Alberto
E con esso di concerto
Franzoni arcivescovo.
È
significativo il fatto che di questo testo si trovano copie nell' archivio di Giorgio
Doria e tra le carte di Giacomo Balbi Piovera: due esponenti della deputazione non
ricevuta dal Re, che in aprile saranno nominati senatori del Regno 15 .
Per lo Statuto il consenso non è unanime: molti a Genova lo criticano per i troppi
limiti e perché «octroyé»16.
udire la S. Messa. Voi due potrete ora con pari gentilezza
mandare quel sommo medesimo a recitare il Vespro, anzi
piuttosto la Compieta che
è
l'ultima ora canonica» . BIAN–
CA
MONTALE,
Per la 5toria della classe dirigente 5ubalpina:
Vincenzo Ricci ministro degli Interni,
in «Bollettino Stori-
404
co Bibliografico Subalpino», LXIX (1971), n. 1-2, p.183.
15
I versi, non datati, si trovano nell'archivio dell'Isti–
tuto mazziniano di Genova, n. 27262, carte Balbi Piovera.
16
Molti avvocati genovesi non sono soddisfatti dello
Statuto, che non prevede modifiche e dovrebbe comun-