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Torino vista da Milano

di Marco Meriggi

Una città ambivalente, incerta tra un orientamento irrimediabilmente passatista e

una disponibilità all'innovazione che nel corso del decennio si fa sempre più intensa

e produce risultati inattesi, che finiscono per imporla come un punto di riferimento,

quasi come modello: questa

è

l'immagine di Torino che nel corso degli anni '40 con–

segnano ai lettori le colonne della «Rivista europea», dal 1844 organo ufficioso del

gruppo liberaI-moderato raccolto attorno ad alcuni dei nomi più illustri della giova–

ne aristocrazia milanese; gli stessi che, durante il '48 e ancora nel decennio successi–

vo, rappresenteranno il nucleo principale del partito filosabaudo attivo nella città am–

brosiana.

Ripercorrere attraverso le pagine del loro periodico - e, in parte, anche attraverso

le loro carte private - l'evoluzione del profilo della capitale subalpina, significa perciò

toccare con mano le ragioni che indussero una parte del ceto dirigente di una città

accoratamente affezionata al culto della propria supremazia civile a riconoscere nel

laboratorio torinese prequarantottesco una solida sponda di identificazione.

A Torino la «Rivista europea» vantava un buon numero di collaboratori e corri–

spondenti. In un elenco di articolisti del periodico relativo all'annata 1843 - e steso

dunque all'immediata vigilia dell'acquisto della testata da parte di Alessandro e Carlo

Porro, Cesare Correnti, Giulio Spini, Gottardo Calvi, Giuseppe Sacchi, Carlo Tenca

1 -

incontriamo, per esempio, nomi come quelli di Cesare Balbo, Giovanni Brignone,

Domenico Capellina, Luigi Cicconi, Leonardo Fea, Alessandro Paravia, Giovanni

Prati, Luigi Re, Lodovico Sauli, Federico Sclopis, Pietro Scotto, Giovan Battista Vac–

chetti

2

,

i quali contribuivano sia con articoli veri e propri sia con informazioni più tele–

grafiche. E per osservare l'evoluzione dell'immagine di Torino nella percezione dei let–

tori del periodico milanese converrà indugiare soprattutto su queste ultime, sistemati–

camente raccolte in una rubrica apposita:

l'Album di notizie italiane,

che i nuovi redat–

tori della «Rivista» pubblicavano ogni mese, attingendo al proprio carteggio privato, e

che accordavano di regola lo spazio maggiore proprio alle nuove dagli Stati sardi e

specialmente da Torino.

Sino al 1843 - prima, perciò, dell'avvicendamento di proprietà e redazionale - la

Torino occasionalmente presentata su quelle colonne al lettore milanese perdeva larga-

l

MARCO MERIGGI,

Milano borghese. Circoli ed élites

2

Si veda «Rivista europea» (d'ora in poi: RE) , dicem-

nell'Ottocento,

Venezia, Marsilio, 1992, pp. 115-116.

bre 1843 , pp. 403-404.

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