

Torino vista da Parma
di Bianca Montale
Sul ducato di Parma e Piacenza dalla Restaurazione all'Unità esiste una vasta
bibliografia, che si è arricchita di recente di nuovi contributi
l .
Sopravvive, anche se
oggi non mancano riserve, il mito di Maria Luigia, la duchessa molto amata dalla
popolazione per la sua mitezza e tolleranza. Gli esiti dei processi politici per le cospi–
razioni del '21 e le vicende del '31 fanno considerare il Ducato come un 'oasi felice;
uno Stato ben amministrato, con buone leggi e una classe dirigente complessivamente
capace.
Anche se il rapporto tra governanti e governati incomincia a incrinarsi già negli
anni trenta, e muterà sensibilmente a partire dal 1846, appare certa la generale devo–
zione alla sovrana: ogni aspetto negativo è addebitato alla pesante presenza austriaca
in ogni campo. Uomini di Vienna - da Neipperg a Werklein a Bombelles - hanno
ruoli di grande rilievo nel governo, nell' esercito, nella corte; non esiste un ministero
degli Esteri, né alcuna autonomia di scelta: il Ducato viene rappresentato nelle relazio–
ni diplomatiche dall'Austria.
I rapporti col regno di Sardegna sono buoni, in un sistema di equilibrio consolidato
tra i vari stati assoluti, condizionato dalla supremazia e dalla tutela militare austriaca.
Parma ha una posizione geografica nodale; ha forti interessi in Lunigiana, e rappor–
ti economici e culturali con Genova, il porto più vicino, la città più vivace del regno
subalpino. I legami politici esistono tra carbonari, e più tardi tra mazziniani, dello
Stato padano e del regno di Sardegna
2 ;
c'è una corrente di emigrazione per lavoro ed
affari, e non mancano i contatti tra esponenti della cultura e dell' economia, in partico–
lare tra Parma e Genova
3 .
Nel capoluogo ligure risiederà dopo il '21 Jacopo Sanvitale,
e avrà negli anni quaranta un ruolo di rilievo il piacentino Luciano Scarabelli, allievo
di Pietro Giordani. Ferdinando Maestri è in corrispondenza con Lazzaro Rebizzo; il
I
Non è possibile in questa sede un pure sommario
riferimento bibliografico. Per quanto apparso sino al
1970, vedi
Bibliografia dell'età del Risorgimento in onore
di Alberto
M.
Ghisalberti,
voI. II, Firenze, Olschki, 1972,
pp. 70-89. Per anni più recenti, MARCELLA PINCHERLE,
Parma capitale
1814-1859,
in
Atti del UII Congresso di
Storia del Risorgimento italiano,
Roma, Istituto per la Sto–
ria del Risorgimento Italiano, 1988, pp. 175-2 15 e BIANCA
MONTALE,
Parma nel Risorgimento,
Milano, Angeli, 1993,
con indicazioni a pp. 139-140.
2
Tra le carte di Alta Polizia presso l'ARCHI VIO
DI
STATO DI TORINO (d'ora in poi AST), Sezione Prima, si
trovano rapporti relativi a sospetti mazziniani in transito o
presenti negli Stati sardi (in pa rticolare Enrico e poi
Macedonio Melloni).
J
Numerosi sono, negli anni quaranta, i rapporti che
riguardano Pietro Giordani e i suoi contatti con
l'élite
culturale genovese che si riunisce p resso Gian Carlo Di
Negro. AST, Sez. Prima, Alta Polizia, 23 luglio e 26 ago–
sto 1837, nn. 139 e 154; 2 marzo 1840, n. 164.
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