Table of Contents Table of Contents
Previous Page  458 / 556 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 458 / 556 Next Page
Page Background

una società dai connotati sobri e dalle forme asciutte; così la descriveva Giovan Pietro

Vieusseux , in viaggio con il padre verso la Francia

4 .

Colpiva gli osservatori granducali anche l'avvertibile presenza dei militari, che non

veniva tuttavia ricondotta alla particolare vicenda della Restaurazione, più cruda in

Piemonte che altrove, quanto ad un radicato spirito di obbedienza e al rigore morale

di una severa disciplina. Saperi scientifici ed esercito, spesso presentati in maniera

simbiotica, erano pertanto i due segni capaci di identificare, da Firenze, la capitale

sabauda.

Questa iniziale conoscenza si approfondì, a partire dal

1820-21 ,

grazie in particolare

a due ulteriori fatti specifici. Innanzittutto fu determinata dall'arrivo di alcuni esuli, in

seguito alle condanne successive ai moti dei primi mesi del

1821 ,

che resero più "poli–

tica" la considerazione toscana dei fatti torinesi. Contemporaneamente a ciò, si svilup–

parono i legami all'interno delle società segrete, intensificati dall' afflusso di studenti

piemontesi all'Università di Pisa, dove, tra l'altro, non furono poste preclusioni all'i–

scrizione ai corsi nei confronti di soggetti sospetti per le autorità di polizia piemontesi

5 .

Torino acquisì quindi, sotto questa luce, i tratti della capitale della repressione e

quel sentimento militaresco, cui prima si accennava, diveniva omologo di una depreca–

ta e occhiuta vigilanza illiberale, contraddistinta dal cupo stridere delle armi. Nell'ate–

neo pisano si scatenò poi una vera e propria ondata di proteste contro Carlo Alberto,

duramente sbeffeggiato per la sua partecipazione al corpo di spedizione contro i rivo–

luzionari spagnoli. Neppure il successivo soggiorno fiorentino , minutamente descritto

da Giuseppe Conti nei suoi toni decisamente

bohémiens,

valse al futuro sovrano a riac–

quistare le simpatie dei toscani

6 .

È

significativo in questo senso che, proprio in relazio–

ne alle delusioni provocate da Carlo Alberto nei primi anni venti, riprese vigore il mito

del buongoverno dei Lorena e la contrapposizione delle città toscane nei confronti di

Torino, Milano, Roma e Napoli dipinte con le tinte dei luoghi più crudemente bigotti

e reazionari. L' oleografia e la vedutistica alpina dei soliti viaggiatori, che pur continua–

va a sopravvivere, non era sufficiente a capovolgere un simile giudizio.

L'altro fatto destinato a modificare almeno in parte la valutazione di vari ambienti

toscani nei riguardi di Torino fu costituito invece dalla comparsa dell'«Antologia», la

rivista aperta a Firenze da Giovan Pietro Vieusseux nel

1821.

Sebbene in essa figurino

soltanto tre articoli espressamente dedicati a tale città, tutti di taglio statistico, la quan–

tità di informazioni che nelle diverse rubriche del periodico apparve circa la cultura

della capitale subalpina fu decisamente impressionante. Oltre ad efficaci sintesi delle

adunanze dell'Accademia delle Scienze di Torino e delle Esposizioni delle produzioni

e dell 'arte cittadina , si delineò un vero e proprio quadro aggiornato delle imprese

librarie e giornalistiche piemontesi, che lo stesso Vieusseux era in grado di far perveni–

re in Toscana attraverso la sua attività di intermediazione.

Il mercante ginevrino, infatti, stabilì contatti diretti con editori come Giuseppe

Bocca e soprattutto con Giuseppe Pomba, con cui intraprese uno scambio costante di

pubblicazioni edite nelle due piazze

7 .

Un posto centrale venne poi rivestendo, dalla

metà degli anni venti, la sede postale della Spedizione delle Gazzette di Torino, affida–

ta alla direzione di Luigi Croletti, che Vieusseux utilizzò come tramite principale per il

ricevimento di libri da buona parte del Nord Italia. Per effetto di questi canali, nelle

sale del Gabinetto di lettura, creato dallo stesso Vieusseux, o per mezzo di abbona–

mento, si potevano leggere in Toscana alcune delle principali testate subalpine come

4

Journal de mon voyage en Suisse et France,

in

Biblio–

teca Nazionale Centrale di Firenze,

Vieusseux,

137, II.

5

Si vedano ANNA BARETTA,

Le società segrete in

Toscana nel primo decennio dopo la restaurazione,

Torino,

UTET,

1912,

ERSILIO MICI-IEL,

Maestri e scolari dell'Uni–

versità di Pisa,

Firenze, Sansoni,

1949,

STEFANO DE SIMO–

NE,

Un fallito attentato alla vita di Carlo Alberto in Pisa

nel

1822, in

«Il

Risorgimento italiano»,

1927,

pp.

61·79

e

426

DANILO BARSANTl,

L 'università di Pisa dal 1800 al 1860,

Pisa, Ets,

1993.

6

GIUSEPPE CONTI,

Firenze Vecchia,

Firenze, Bempo–

rad,

1899.

7

ARCHIVIO STORlCO GABINETTO VIEUSSEUX

DI

FIREN–

ZE,

Rubriche dei Copialettere,

anni

1823-1832.

Su questi

contatti si veda anche LUIGI FIRPO,

Vita di Giuseppe

Pomba ,

Torino, UTET,

1976.