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meine Zeitung» - dalla «semi-istruita classe medio-borghese» di Torino e diffondevano

nei loro giornali slogan antiaustriaci e antitedeschi 40. Insieme alle «migliaia di crociati

10mbardi»~1

fuggiti a Torino, essi costituivano l'unico momento di inquietudine della

«capitale fedele»42 . Le speranze di Karl Marx e Friedrich Engels, espresse nel «Neue

Rheinische Zeitung» dopo la sconfitta piemontese di Novara nel marzo 1849, appaiono

illusorie e puramente idealistiche. Essendo d'ispirazione fortemente antimonarchica e

simpatizzando per il movimento republicano italiano, essi vedevano nell'abdicazione di

Carlo Alberto l' ultima possibilità di una rivoluzione repubblicana a Torino. Engels

scrisse il 31 marzo 1849: «Se il Piemonte fosse una repubblica, se il governo di Torino

fosse rivoluzionario, se avessero il coraggio di prendere misure rivoluzionarie - nulla

sarebbe perso». Senza comprendere gli eventi reali, Engels definiva queste misure

«guerra rivoluzionaria, sollevamento di massa e terrorismo»43. Di fronte alla reazione

rafforzata, tali posizioni non ebbero più risonanza nell'opinione pubblica tedesca.

Riguardo alle conseguenze a livello di percezione dell'immagine tedesca di Torino e

anche del Piemonte degli anni 1848-49

è

necessario partire dall'immagine pre-risorgi–

mentale. La percezione tedesca di Torino era caratterizzata principalmente dal mito

dell'Italia lontana e dalla polemica contro il dispotismo sabaudo. Del Piemonte esiste–

va in quegli anni «l'idea di un mondo diversificato dal resto delle regioni italiane»44.

Con i fatti del 1848-49 questa concezione cambiò profondamente. L'influenza gesuiti–

ca era spezzata, la monarchia piemontese era stata risparmiata dagli attacchi della rivo–

luzione repubblicana in Italia. Un popolo incline alla monarchia e una nobiltà fedele

alla corona garantivano una via senza conflitti nella direzione costituzionale iniziata.

«Le speranze di quegli italiani che accortamente erano di ispirazione nazionale» si

rivolsero dopo il 1849 «a Torino, che fino al 1847 era considerata a mala pena una

città

italiana»~5,

cosÌ scrisse lo storico nazional-liberale Hermann Reuchlin nella sua

Storia d'Italia

del 1860. Accogliendo decine di migliaia di profughi politici da tutta l'I–

talia, proprio Torino rappresentava la coscienza sopravvissuta della solidarietà nazio–

nale 46 , come scrisse illiberale «Deutsche Zeitung». Dopo le leggi Siccardi del 1850, il

«Deutsche Zeitung» rivolse lo sguardo pieno di speranza al futuro. Solo in Sardegna -

scriveva - sembra che la «reazione gerarchico-assolutistica stia fallendo». «Solo la Sar–

degna, governo e rappresentanza popolare, sembra non aver dimenticato gli insegna–

menti della rivoluzione. Se ha la forza di continuare la strada intrapresa, molto proba–

bilmente la Sardegna sarà destinata in futuro a riattivare il movimento nazional-politi–

co italiano e a capeggiarlo a pieno titolo»47 . I capitoli dettagliati su Torino nelle

Lettere

dall'Italia

di Adolph Helfferich (1850) e

nell'Italienisches Wanderbuch

di August

Ludwig von Rochau (1852) dimostrano anche per la letteratura di viaggio il crescente

interesse politico per Torino da parte della borghesia tedesca liberaI-protestante, dive–

nuta culturalmente determinante dopo il 1848. I giudizi sul regno di Sardegna erano

positivi e quasi equivalenti: Helfferich lo definiva come «l'unico paese [.. .] dal quale

può rinascere l'Italia»48; Rochau profetava «all'Italia in divenire con in testa la Sarde–

gna [... ] un lungo grande futuro»49. Già un decennio dopo le sconfitte di Custoza e di

Novara la fondazione del regno d 'Italia che aveva

il

suo nucleo in Torino doveva

diventare realtà.

40

Turin,

in Supplemento aU'" Allgemeine Zeitung», n.

265 , 21 settembre 1848, p. 4202.

41

Turil1,

in Supplemento all '«Allgemeine Zeitung", n.

264,20 settembre 1848, p. 4189.

42

H ERMA N REUCHLIN,

Geschichte ltaliens von der

Griindung der Dynastien bis zur Gegenwart,

Lipsia, Hir–

zel, 1860,3 voLl .; voI. II/2, p. 155.

43

Die NiederLage der Piemontesen,

in «Neue Rheini –

sche Zeitung», n. 260/ 1, 31.3 ./1.4.1849, citato d a K.

MAI~,

F.

ENGELS,

Werke

cit. ,

vol.VI,

p. 387 e sg.

44

ENzo G IORG IO FAZIO,

Tedeschi a Torino: La vigilia

disattesa,

in FRA CO P ALOSCIA (a cura di ),

11 Piemonte dei

490

grandi viaggiatori,

Roma, Abete, 1991 , pp. 77-103.

45

H. REUCHLl N,

Geschichte ltaLiens

cit. , p. 245.

46

«Deutsche Zeitung», n. 300,30 ottobre 1849, p. 3.

47

«Deutsche Zeitung», n. 146, 26 maggio 1850. Si

veda anche A.

L.

ROCHAU,

Wanderbuch

cit., p. 234 e

sgg.

48

ADOLPH H ELFFERICH,

Briefe aus ltaLien,

Lipsia,

Hinrichs, 1850, 2 voLl.; voI. I, p. 126.

49

A.

L.

ROCHAU,

Wanderbuch

cit. , p. 234.

Per La traduzione in italiano ringrazio ELena GaLLo

(Augsburg) .