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A Nikolaj piacevano questi provvedimenti dimostrativi per turbare il pubblico

europeo. Nell'agosto del

184810

stesso suddito fedele scrisse:

Mentre la vergognosa detronizzazione del re di Sardegna Carlo Alberto, nonostante tutte le vanterie

e fanfaronate, ed i continui successi del glorioso vecchio Radetzky, provocano in Francia ed anche

L..] in una parte di Germania un tale rimbombo e tali inquietudini sulla

sacra

faccenda della libertà

italiana (comunque ancora solo in chiacchiere), qui in Russia dove c'è la simpatia naturale per lo spi–

rito della legalità, tutto questo invece provoca un forte sentimento di gioia e di piena approvazione.

Finalmente, la ripresa da parte degli austriaci di Milano L.] ha dato la spinta finale alla gloria; mal–

grado le urla furiose dell'Ovest, l'imperatore subito ha concesso a Radetzky l'onorificenza dell'ordi–

ne di San Giorgio di primo grado, l'ordine che adesso al mondo hanno soltanto due persone: Paske–

vie e Wellington. Più che un'onorificenza personale, questo merito è stato una dimostrazione politi–

ca, e si può immaginare come s'infurieranno i giornali e gli urlatori dell'Ovest!22.

Sembra quasi che Nikolaj dietro queste azioni dimostrative per la Russia e per l'Eu–

ropa volesse nascondere dei sentimenti un po' ambigui. Notiamo che l'indignazione

dello zar si concentrò principalmente sulla figura di Carlo Alberto; nelle lettere lo

chiamava «canaglia» e augurava a Radetzky di picchiarlo personalmente: «dagli delle

botte a quella canaglia che mi ha fatto arrabbiare tanto! »23. Nei giudizi dell'imperatore

russo si sente l'antipatia verso l'avversario che è stato più scaltro, ma non c'è nemme–

no una traccia della ripugnanza e del disprezzo che erano evidenti nelle sue dichiara–

zioni sulla Francia (<<caos, covo di scellerati disposti a tutto») e la Germania (<<ha la

diarrea», «non si può vedere senza ripugnanza tutto ciò che sta accadendo a

Berlino»)24. Sul popolo e sull'esercito italiano lo zar tace, ma nella lettera sull'armisti–

zio di marzo

1849

si sente una forte emozione inaspettata: «Le condizioni dell'armisti–

zio sono cosÌ gloriose per gli austriaci e cosÌ vergognose per il regno di Sardegna, che

non riesco a crederci! »25 .

Sembra che nel profondo della sua anima Nikolaj augurasse meno successo all'Au–

stria nella questione italiana, di quanto volesse far credere. Egli aveva motivi personali

per essere offeso con l'Austria: lo sfortunato progetto di far sposare la figlia Olga con

l'arciduca austriaco Stefano Inoltre dal punto di vista politico già da tempo non crede–

va nella durata della sorpassata macchina statale austriaca, e dopo gli avvenimenti del

marzo del

1848

non provava più nessuna benevolenza per Vienna. In Austria, come

scriveva nell'estate del

1848,

«tutto va alla deriva e non vedo da nessuna parte né la

forza, né la testa, né il modo per riunificare, consolidare e fondere questo impero ete–

rogeneo e frantumato. Un vicino cosÌ è molto difficile»26.

Nel suo giudizio sulla questione italiana l'imperatore russo era molto più attento

del solito. CosÌ nella sua nota sulla situazione europea scritta all'inizio del

1848

affer–

mava che: «la questione italiana è molto più delicata [di quella svizzera] , in quanto noi

ci troviamo davanti all'ignoto. Infatti, cosa si può prevedere in questi avvenimenti,

tranne una o l'altra forma di distruzione del passato?»27 . I provvedimenti, che egli era

disposto a prendere, se

il

Piemonte avesse iniziato la guerra contro l'Austria, non

erano più che una dimostrazione politica, l'idea d'intromettersi nel loro conflitto gli

era molto lontana.

Negli avvenimenti italiani lo zar non avvertiva quello che odiava più di tutto, .ossia

la rivolta della plebaglia contro

il

potere monarchico e religioso, ma anzi gli appariva

quasi una strategia di Carlo Alberto, che aveva saputo usare l'insurrezione del popolo

per ampliare il suo regno.

aveva incontrato la generale approvazione, tant'è che, per

esempio, la cognata dell 'imperatore, la granduchessa

Elena Pavlovna, disse: «C'est le Roi de Prusse auquel

il

aurait fallu oter son régiment avant tous les autres». Korf,

f. 166.

22

Korf. , f. 230 retrof.-231.

23

KN.

~CERBATOV,

op.

cit.,

voI. 6, pp. 242-243.

24

Ibid.,

pp. 209, 238, 258.

25

Ibid.,

p. 278.

26

Ibid.,

p. 238.

27

Avstrijskaja revoljuczja

1848

goda i Nikolaj I

cit., p.

163.

495