

Torino vista da San Pietroburgo
di Natalia Mazour
Tutt'altro che «une expression géographique» di Metternich, l'Italia della prima
metà del XIX secolo per i russi era un paese grande e romantico, la «Terra Promessa»
dei viaggiatori russi, nelle loro orecchie risuonavano le parole di Goethe «Dahin!
Dahin!»l. La percezione dell'Italia come «Eliso terrestre» (E. BARATYNSKIJ,
Piroscafo,
1844), non apparteneva soltanto a poeti e artisti, ma si rifletteva anche sugli stereotipi
di massa, dove l'Inghilterra era il paese del parlamento e del
comfo rt,
la Francia era la
nazione delle novità politiche e della moda, la Germania era la terra delle acque ter–
mali e delle università. L'Italia era la patria della storia e della bellezza: «la patria dell'i–
spirazione», «il paese dell' arte, il paese delle antichità», «la terra miracolosa che fiori–
sce e splende per la bellezza della natura e dell'arte»2.
Il paesaggio dell 'Italia, creato dall'immaginazione alimentata dai quadri e dai libri,
anticipava e spesso sostituiva la percezione della realtà. «lo conosco l'Italia senza
esserci mai stato», potevano dire con il poeta Batiuskov quasi tutti i viaggiatori russi. Il
viaggio in Italia per molti di loro non era la scoperta dell'ignoto, ma la conferma della
veridicità della loro immaginazione. La frattura tra l'immagine ideale e la realtà veniva
superata grazie all' appello al grande passato o alla bellezza; in questo modo i turisti
russi riuscivano a dare una spiegazione storica o poetica anche ai più insignificanti e
sgradevoli dettagli: così l'eterno castigo del viaggiatore, ossia le pulci, in Italia erano
così grandi e feroci, perché discendenti dalla forte razza che si nutriva degli antichi
romani. L'abbondanza delle pulci in Italia si spiegava dal fatto che «gli italiani sono
così presi dall' ammirazione del bello che non si preoccupano delle quotidiane neces–
sità materiali dalle quali è così influenzata la felicità degli abitanti del Nord»3.
Il conflitto tra l'immagine ideale romantica e la realtà contemporanea dell'Italia
risultava più rilevante quando si valutava la situazione politica. I russi percepivano l'I–
talia come un paese unito molto prima dell'unificazione nazionale: l'unità della tradi–
zione storica e della realtà culturale e geografica sembrava più importante della suddi–
visione politica
4 •
I
L 'immagin e romantica dell'Italia nella percezione
russa è analizzata nel volume di ErrORE Lo GArro,
Russi in
Italia dal secolo XVII ad oggi,
Roma, Editori Riuniti, 1971 ,
pp. 61 -171.
2
Le citazio ni sono tratte dalle poesie di DIMlTRI.I
VENEVITINOV,
Italia,
(1 826) , ApOLLON MA.lKOV,
Italia,
(1841), PJOTR VIAZEMSKlj ,
Firenze, (1 834).
} MATVE) S. VOLKOV,
Otryvki iz zagranicnych pisem,
(1844-1848),
Sankt-P eterbu rg, Imperatorskoj Akademii
Nauk, 1857, pp. 109 e 127.
4
Sull 'impo rtan za d ella catego ri a d ell '« unità» nei
modelli culturali russi vedi l'articolo di BORIS M. G ASPA–
ROV,
Russkaja GreCi/a, russkz/ Rim,
in «Christianity and
the Eastern Slavs», val. II, ROBERT
R.
H UGHES e IRINA
PAPERNO (a cura di),
Russian Culture in Modern Times,
«Califo rnia Slavic Studies» XVII, 1994.
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