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Quest'azione nel quadro politico di Nikolaj era molto più vicina al polo monarchi–

co che al polo rivoluzionario, e quindi era più facile da capire. Se la questione italiana

fosse stata una cosa autonoma, la posizione di Nikolaj sarebbe stata più flessibile. Ma

a suo parere la politica del regno di Sardegna era intrecciata con la dolorosa questione

polacca 28 .

All'inizio di maggio del 1848 lo zar scriveva: «si è sparsa la voce che presto i france–

si avanzeranno in Italia e attraverseranno il Reno per ristaurare la Polonia»29. La mag–

gior angoscia in questo periodo era per lui la possibilità che la Francia si schierasse a

favore di Carlo Alberto. Nikolaj aveva dichiarato che se questo fosse successo egli

avrebbe attraversato il Reno con un esercito di trecentomila soldati 30 . Anche in questa

situazione egli non era spaventato dal successo del Piemonte, ma dalla liberazione

della Galizia in seguito alla sconfitta dell'Austria, che poteva essere usata come base

per la ristaurazione della Polonia . Lo sgretolamento dell'impero austriaco poteva far

arrivare la guerra nel territorio russo, cosa che Nikolaj non poteva permettere.

Dopo il successo della campagna in Ungheria, la repressione dell'insurrezione in

Galizia e una volta ristabilita la situazione generale in Europa nel 1849, lo zar era trop–

po inebriato della vittoria della monarchia sulla rivoluzione per pensare di ristabilire le

relazioni diplomatiche con il regno di Sardegna. Il triste bilancio di questa posizione

fu espresso durante la guerra di Crimea: «il veto che abbiamo ripetuto così testarda–

mente, ha sparso dappertutto il seme d'ostilità. [...] Noi [... ] non abbiamo voluto rico–

noscere la nuova Sardegna ed ecco che è in guerra contro di noi»3l.

Uno dei primi provvedimenti, presi da Nikolaj per difendere la Russia dal pericolo

della «peste rivoluzionaria» che poteva arrivare dall'Europa, era infatti stata la decisio–

ne di non pubblicare sui giornali russi «nessuna notizia sulle rivolte, insurrezioni e

azioni rivoluzionarie, menzionandole soltanto in linee generali»32. I giornali stranieri

che arrivavano in Russia erano censurati in modo spietato. In assenza delle reali noti–

zie politiche, la società russa s'immerse con grande ardore nelle discussioni storico–

filosofiche sulla differenza tra il destino della Russia e dell'Europa. Uniti nella pre–

messa che la situazione storica della Russia era unica nel mondo europeo, i liberali e i

conservatori giunsero a conclusioni contrapposte.

L'esiguo gruppo dei liberali credeva che «i popoli europei hanno ottenuto il pro–

prio diritto, e lo hanno ottenuto a prezzo caro, il diritto di essere ciò che vogliono

essere.

È

arrivata l'ora della gratificazione del loro lavoro sudato, del compimento dei

loro voti più ardenti»33 . Per contro ritenevano che in Russia l'ignoranza del popolo,

l'indecisione del governo e la codardia della società letteraria bloccasse il progresso. In

ambito liberale gli avvenimenti accaduti in Italia suscitarono una grande compassione,

che comunque non era molto diversa da quella provocata dalla Francia, Germania e

Austria rivoluzionaria. Ma questo gruppo, così poco numeroso, nella Russia di Nikolaj

non aveva alcuna possibilità d'influenzare la politica e l'opinione pubblica, e quindi il

loro ruolo sociale era ridotto al minim0

34 .

La stragrande maggioranza della società russa aveva invece visto negli eventi euro–

pei del 1848 la rivolta della plebe che minacciava tutto il sistema sociale ed economico

esistente, un attentato al potere legittimo e al diritto alla proprietà privata. La Russia ,

28

Ha giocato il suo ruolo negativo la presenza della

legione polacca nell'esercito di Sardegna, che lo zar perce–

piva come un'offesa personale, KN.

~CERBATOV,

op.

cit.,

voI. 6, pp. 260 e 278. Questo

è

stato per lui uno dei motivi

principali per non riaprire le relazioni diplomatiche con il

regno di Sardegna nel 1849.

29

KN.

~CERBATOV,

op.

cit.,

voI. 6, p. 224.

30

[bid.,

pp. 245, 250, 275, 277;

Literaturnoje nasledst–

vo,

voI. 97, libro 2, p. 229.

31

[NIKOLAJ A. MEL'CUNOV],

Mysli vslueh ab ÌJtekfem

trideatlle/ii

Rossù~

Golosa iz Rossii, libro 1, Moskva, «Na-

496

uka» , 1974, pp. 72-73.

32

Delibera del 26 marzo 1848. GARF, fonte 109 (1

eksp.), opis' 32 (1848), d. 25, parte 4, f. 24.

33

ALEKSANDR

V.

N IKITENKO,

Dnevnik (1826-1857),

Moskva, «Chudo zestvennaja literatura», 1955, p. 310.

34

Non ci soffermiamo sulla reazione al Risorgimento

nell'ambito democratico e rivoluzionario, in quanto esiste

un'analisi dettagliata fatta dagli studiosi sovietici: vedi per

esempio, KAROLINA F. MlSIANO,

Italjanskoe Risordi.imen–

to i peredovoje obscestvennoje dvifemje v Rossii XIX veka,

"Rossija i ltalzja",

Moskva, «Nauka» , 1968.