

principali potenze europee. Essi facevano pochi accenni alla vita sociale e culturale di
Torino e avevano probabilmente poche opportunità di maturare una conoscenza
approfondita della città nella quale temporaneamente risiedevano.
Wickliffe, invero, non faceva che ripetere le osservazioni critiche diffuse dai prece–
denti rappresentanti americani quando scriveva: «Pare che tutti trovino Torino un
posto molto uggioso, particolarmente poco piacevole per i diplomatici che pertanto
cercano ogni possibile occasione e scusa per cambiare la loro destinazione»4. La
migrazione stagionale della corte verso Genova e le visite in Savoia apparivano strane
e costose e Wickliffe trovava difficile stabilire contatti con il governo; egli notava inol–
tre che il re «non invita mai a pranzo presso di lui ministri stranieri e neppure amba–
sciatori. Non mi risulta che una tale esclusione sia praticata in nessuna altra corte,
almeno nell'Europa occidentale»5.
Sia Wickliffe sia Niles erano convinti che la monarchia piemontese offrisse l'unica
soluzione politica praticabile alla questione italiana e attribuivano alla irragionevole e
provocatoria politica austriaca la responsabilità per l'agitazione politica nell'Italia set–
tentrionale. Wickliffe era anche convinto che le tensioni fra Torino e Vienna fossero
fondate su rivalità commerciali e il 20 marzo
1847
informava Washington che
il Re continua a mantenere, con una fermezza che non ci si attendeva, la sua posizione indipendente
nei confronti dell'Austria. Se nella freddezza fra i due paesi fossero in gioco principi morali o politi–
ci, forse la cosa sarebbe andata per le lunghe, in quanto legata alla reciproca soddisfazione delle
parti. Ma è una questione di denaro - una rivalità ferroviaria - una battaglia fra Trieste e Genova
6 .
Nell'estate e nell'autunno del
1847
Wickliffe annotava la crescente agitazione in
Italia, insistendo sul fatto che il Piemonte e Torino restavano relativamente calmP. Ma
sottolineava l'avanzata delle idee liberali, fornendo un lungo resoconto della cena
tenutasi a Torino il 31 maggio, con il permesso del re, in onore di Richard Cobden,
capo della Anti Corn Law League, presso l'Hotel d'Europe alla presenza di circa ses–
santa persone. Con sua grande sorpresa essi erano
tutti
nobili. La borghesia era rigorosamente esclusa: non furono ammessi brindisi se non in onore
della regina d'Inghilterra, del re di Sardegna e del signor Cobden; nessuno fu autorizzato a parlare
se non il signor Cobden stesso, il presidente e il vice presidente e ogni allusione alliberalismo fu
rigorosamente proibita.
L..]
I gentiluomini che avevano legami con la stampa e i giovani liberali
rimasero assai insoddisfatti; e diversi furono coloro che declinarono l'invito a partecipare a causa
dell'esclusione dei loro amici. Essi sostengono che tutto era stato organizzato in modo da evitare che
il signor Cobden fosse accolto con troppo entusiasmo. Si tratta, in verità, della prima cena politica
pubblica data a Torino di cui abbia avuto notizia e perciò deve essere registrata come un vero
even–
to
negli annali del paesé .
Wickliffe citava inoltre l'entusiastica accoglienza del
Gesuita Moderno
di Vincenzo
Gioberti, che era visto come un attacco frontale a Solaro della Margarita e al partito
reazionario, considerandolo un altro indizio della crescente forza delle idee liberali a
Torino
9 .
Ma Wickliffe era convinto che mentre «in Italia la situazione si va facendo grave e
sembra che si debba rapidamente giungere a una soluzione» il governo a Torino pare–
va non avere una linea politica definita:
Metà gesuita e metà liberale, è incapace di quella unità d 'intenti ed energia che sarebbe necessaria
per agire efficacemente e prontamente contro gli Austriaci. In Toscana e a Lucca c'è grande fermen-
4
Ibid. ,
pp. 229-230 (Robert Wickliffe
junior
a J ames
Buchanan, dispaccio 26, Torino, 20 luglio 1845 ).
5
Ibid.,
p. 234 (Robert Wickliffe
j unior
a J ames
Buchanan, dispaccio 27, Torino, 3 ottobre 1845 ).
6
Ibid.,
pp. 306-307 (Robert
Wickliffejun/or
a James
Buchanan, dispaccio 50, Torino, 20 marzo 1847 ).
500
7
Ibid.,
pp. 307-308.
8
Ib/d.,
p. 315 (Robert Wickliffe
jumor
a J ames
Buchanan, dispaccio 52, Torino, 31 maggio 1847).
9
Ib/d.,
p. 321 (Rob ert Wickliffe
junior
a
J
ames
Buchanan, dispaccio 53, Torino, 15 luglio 1847).