

«Italia, Italia , finalmente ti vedo! ... momento felice e beato! »5 esclamava il viag–
giatore, senza pensare in che preciso stato si trovasse; lui si rendeva conto di essere
nel regno di Sardegna o nell'impero Austro-Ungarico solo quando vedeva la divisa
del soldato che gli chiedeva il passaporto. L'umiliante situazione politica dell'Italia
veniva descritta solo per dare maggiore risalto al grande passato storico in prospetti–
va di un grandioso futuro. Il futuro dell'Italia spesso era visto e descritto non come
un reale processo dell'unificazione politica , ma come una trasformazione romantica:
risveglio, rinascita, trasfigurazione miracolosa (<<il genio del rinnovamento [...
J
inon–
derà l'ltalia»6).
Nel paesaggio romantico dell'Italia per i turisti russi Torino quasi non esisteva. La
mancanza del grande patrimonio artistico e culturale, il clima rigido e la scarsità di
luoghi pittoreschi faceva sì che i viaggiatori russi evitassero la capitale del regno di Sar–
degna, preferendo Genova o Nizza
7 •
L'aspetto ordinato, benestante e borghese di
Torino contrastava con l'immagine dell'Italia «magnifica, impetuosa e scompigliata»8.
Gogol' notò soltanto che a Torino sono molto gustosi i biscotti per il tè; il rappresen–
tante della Russia presso la corte del regno di Sardegna e famoso poeta Tjutcev si
lamentava della noiosa vita torinese; un altro poeta lazykov ricordava con angoscia «le
insistenti piogge da cui Torino allora era afflitta ed il fango dell'estese sue valli solo da
poco invase da gravi inondazioni, ora l'umido vento e lo scarso tepore»9.
La più dettagliata e tipica descrizione di Torino negli anni quaranta è contenuta
nelle memorie di un viaggiatore russo, Miljutin, che scriveva:
la capitale del regno di Sardegna destava poco interesse nei turisti dopo tutte le cose magnifiche
viste a Napoli, Roma e Firenze. Torino appare quasi come una città non italiana; è una città moder–
na , costruita in modo regolare, con le strade diritte, larghe e ripetitive e le piazze grandi. Qui non c'è
niente d'ammirare né le antichità, né i tesori d'arte, né le bellezze architettoniche, né le vedute pitto–
resche. Torino mi sembrava una città morta, metà italiana e metà francese
lo.
L'apparente marginalità culturale di Torino, provocata dalla scarsa corrispondenza
allo stereotipo romantico, faceva sì che la capitale del regno di Sardegna fosse esclusa
dalle rotte turistiche dei russi; inoltre il ruolo che il Piemonte ebbe nell'unificazione
dell 'Italia fu una grande sorpresa, sia per la Russia imperiale sia per la Russia intellet–
tuale.
La reazione dell 'imperatore Nikolaj I sugli avvenimenti del
1848
in Italia fu invece
facilmente prevedibile, perché era il risultato logico della sua concezione della politica
estera
ll .
Alla base di questa concezione c'era un 'opposizione primaria tra la monarchia
5
VAS ILlJ P. BOTKIN,
Pis'ma ob Ispanii,
Len ingrad ,
«Nauka», 1976, p. 204. Per le descrizioni dell'entrata in
Italia come ingresso nella Terra promessa, prive di qual–
siasi collegamento politico, vedi ALEKSANDR
I.
GERCEN,
Pis'ma
iz
Italii i Franczi
(lettera 5); P AVEL V. ANNENKOV,
Pis'ma iz-za granicy
(lettera 5); nella poesia di NI KOLAI M.
] AZYKOV,
Pereiezd cerez primorskie Al'py,
1839, e altre.
6
M. S. VOLKOV,
op.
cit.,
pp. 120-121.
7
Una delle poche cose rilevanti di Torino negli anni
1830-40 per i viaggiatori russi era la presenza in questa
città di Silvio Pellico, molto popolare in Russia. Si veda
il
libro di NINA M. KAUCHTSCH ISCHWILI ,
Silvio Pellico e la
Russia,
Milano, Università del Sacro Cuore, 1963.
8
M. S. VOLKOV,
op.
cit.,
p. 223. Per
il
paragone tra
Torino e San Pietroburgo vedi l'articolo di VIKTOR V.
ANTONOV,
Os' Peterburg-Berlin- Turin ,
nella racco lta
«Anciferovskije etenija. Materialy i tezisy konferencii (20-
22.12.1989»>, Leningrad, 1989.
9
N IKOLAJ V. G OGOL',
Polnoie sobranz/e socinenl/,
Leningrad , Izdatel'stvo Akademii nauk SSSR, 1952, voI.
11 , p. 105; GEORGIJ
I.
CuLKOV,
Letopis' fimi i tvorcestva
F.
1.
Tiutceva,
Moskva-Leningrad, «Academia», 1933, p.
51 ; N IKOLAJ M. IAZYKOV,
Sobranije stichotvorel1l/,
Lenin-
492
grad , «Sovetskij pisate],>, 1948, p. 239.
IO
DMlTRI]
A.
MILJUTIN,
Vospominanija (1816-1843),
Moskva, Rossijskij Archiv, 1997, p. 363.
Il
Delle molte opere sulla politica estera della Russia
nell'9?oca di Nikolaj I ne menzioniamo alcune: SERGEJ S.
TATI~EV,
Vne'Snjaja politika imperatora Nzkolaja I,
Sankt
:(>eterburg,
I.
N. Sko roch odova, 1887; NIKOLAJ K .
SIL' DER, Articoli sulle relazioni di Nikolaj I con gli stati
europei in «Russkaja Starina», 1900, nn . 3-8; THEODOR
SCI-UEMANN,
Geschichte Rtlsslands tlnter Kaiser Nikolaus I,
Berlin , Druck und Verlag von Georg Reimer, Band III,
IV, 1913 , 1919; DIETER GROH,
Rtlssland tlnd das Selbstver–
stò'ndnis Etlropas. Ein Beitrag zur europiiischen Geistesge–
schichte,
Neuwied, Luchterhand, 1961. Molti documenti
importanti sulle relazioni diplomatiche nel 1848 tra la
Russia e l'impero Austro-Ungarico si trovano
in:
Avstrzj–
skaja reuoljtlczl'a
1848
goda i Nikolaj I,
«Krasnyj Archiv»,
nn. 4-5 (89-90), 1938. Documenti rilevanti per le relazioni
russo-italiane di questo periodo sono pubblicati e analiz–
zati nel libro di GIUSEPPE BERTI,
RUSSIa e Stati italzani nel
Risorgimento,
Torino, Einaudi, 1957 (trad . russa: ID. ,
Ros–
sI/a i ital'janskie gosudarstva v period Risorgimento,
Mosk–
va, Izdatel'stvo inostrannoj literatury, 1959).