

tori di «brandwin», 137 venditori di vino all'ingrosso e al minuto. Il
Gran dizionarzò
piemontese-italiano
di Vittorio di Sant'Albino dà la seguente definizione di
Brandwin:
~<Specie
d'acquavite; e fra noi acqua distillata de' graspi d 'uva macerata , e fatti bollir
ID
acqua».
In
una nota ci sono anche i prezzi delle consumazioni nei caffè. econdo le tab
Il
dell'ISTAT, per un raffronto sia pure approssimativo con i valori odierni, è n c ano
moltiplicarli per 6500 volte:
Caffè nero, o col latte, centesimi 15
=
1000 lire
Cioccolato, rinfresco, granita, centesimi 25
=
1700 lire
Bottiglia di birra, sorbetto, centesimi 40
=
2600 lire
Bottiglia di vino nero, centesimi 50
=
3250 lire
Bottiglia di vino bianco, centesimi 60
=
3900 lire
Ciambella, crostino o simile, centesimi 5
=
350 lire.
Davide Bertolotti così commentava i copiosi dati che forniva con la sua guida:
li
lettore ha veduto qui innanzi che i caffè in Torino sommano poco meno che a cento. Anche quelli
di second'ordine sono arredati con una specie di lusso. Ma
il
lusso ne' principali
è
straordinario.
Sono essi magnificamente arredati, e messi ad oro, a stucchi, a specchj , a pitture, e cotanti! loro ele–
ganza vien fatta meglio spiccar nella notte dal gaz che gl'illumina. Quello ru . Carlo rassomiglia una
reggia. Quasi tutti i caffè di Torino van forniti di qualche giornale, parecchi ne han cinque o sei, ma
ve ne sono taluni in cui il numero de' giornali nazionali e stranieri, politici, scientifici, letterarj e tea–
trali è sì copioso, ed in cui sì notevole è il concorso e l'assiduità de' lettori , che la stanza in es i depu–
tata ai giornali può a buon diritto chiamarsi un gabinetto letterario.
Il caffè San Carlo, che
il
Bertolotti paragonava a una reggia, era nato all'inizio del–
l'Ottocento con
il
nome di caffè di piazza d'Armi. Passò alle cronache perché fu
il
primo ad adottare, fin dal 1822, l'illuminazione a gas idrogeno al posto dei fumosi
quinquets.
Si pensi che, come vedremo da una satira anonima, ancora nel 1845
il
caffè
Fiorio aveva i maleodoranti
quinquets
(dal francese «lampada»). Chiuso nel 1837 per
«attività sovversiva»,
il
San Carlo venne riaperto dopo pochi mesi come caffè Vassallo,
dal nome del nuovo gestore, che affidò al pittore Rodolfo Morgari e al Borra la deco–
razione del salone centrale. Persino Antonio Baratta,
il
cavaliere senza camicia, «pole–
mico e bohémien, spiantato e irriverente», che trascorreva le sue giornate nei caffè for–
giando velenosi epigrammi che facevano in un minuto
il
giro della città, persino Barat–
ta, dicevo, trovava parole alate nel descrivere
il
San Carlo, forse sperando dal suo pro–
prietario una franchigia perenne sulle consumazioni ".
Dappoiché i Caffè, - scriveva nel 1842 - nobilitata la nativa significazione, divennero gentili ritrovi,
nei quali i conforti dello stomaco, le sodrusfazioni del palato, alternansi, bellamente, colle migliori
dolcezze del conversare e del leggere, l'Italia, emulando anche in ciò qualunque più colto pae e,
arricchì le sue cento città di numerose e splendide sale, destinate a succedere agli umili fondaci ove
l'orientale bevanda spandeva altre volte gli odorosi suoi fumi. Senonché di mezzo a questo coro, che
potrebbe dirsi infinito, due maggiori Caffè giganteggiano per universale sentenza: quello del
Pedroccru ru Padova, e l'altro, Vassallo, sulla piazza di San Carlo in Torino. Ha
il
primo, sul secon–
do, il pregevole vantaggio ru essere edificio isolato, ed espressamente concepito per l'uso cui serve:
ma se attendasi al buon gusto ed alla ricchezza degli interni addobbi,
il
se~ond~,
a detta comune,
non teme confronto. [... ] Le nobiliori sale del Caffè Vassallo, prospettano, gIusta
il
suono del nome,
sulla piazza S. Carlo, acclamata dalla fama come una delle più ornate e spaziose del mondo. Questa
felicissima collocazione dagli
il
pregio di essere nel centro della
cit.tà,ed in
~mediato
cogli
~paziosi
portici della piazza medesima, sotto le cui volte ospitali trovano gli accorrenti fresche e dolci
ombr~
in estate, e comoru passeggi aperti in inverno.
li
Caffè confina, dall'altra banda, colla contrada ru
Santa Teresa, ragguardevole essa pure per grandezza ed eleganza di fabbriche:
~a
porta principale,
che dà sotto i portici, distinguesi per una comoda scalinata, e per quattro belliSSime colonne scana-
Il
A
TO IO BARATTA,
Gran Caffè Vassallo sulla piazza
S.
Carlo,
in «Museo scientifico, letterario ed artistico
owero scelta raccolta di utili e svariate nozioni
in
fallO di
scienze, lettere ed ani bello>, IV (1842) , pp. 34-36.
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