

stranze, che contrastava visibilmente con la stabilità produttiva della manifattura del
Regio Parco e che caratterizzerà anche l'epoca successiva, quando l'edificio, a partire
dal 1881 , sarà utilizzato per lavorazioni tessili, prima laniere e poi delle fibre artificiali.
Dopo la prima guerra mondiale il complesso era infatti stato acquistato da Riccardo
Gualino, che lo aveva conferito alla Snia Viscosa, dalla quale sarà successivamente
venduto alla società Fimit, attuale proprietaria, che ancora lo utilizza per la produzio–
ne di materiali isolanti e pannelli insonorizzati per l'industria automobilistica
24 •
Situato al centro di un isolotto formato dalla biforcazione del canale del Regio
Parco e dal Po, l'edificio ha mantenuto intatta la struttura originaria, quella nella quale
Carlo Vanzina aveva installato il suo filatoio. Anche se la ruota idraulica
è
stata da
tempo rimossa e non esiste più, è invece ancora perfettamente conservato l'edificio
che la ospitava. Attraverso le feritoie che lo collegano con il corpo principale non è
difficile immaginare le grandi cinghie di cuoio che, penetrando all'interno, conferiva–
no
il
movimento alle macchine di volta in volta utilizzate. E non è neppure difficile
vedere con l'occhio della mente, nelle lunghe maniche del pianterreno e del primo
piano, la folla di uomini, e donne, intenti alle rispettive mansioni.
In sostanza, un segno forte di continuità che collega, non soltanto idealmente, la
Torino manifatturiera del 1848 con la Torino industriale di oggi.
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Per l'denco completo dei passaggi
di
proprietà, si
protoindustria,
in
«Le culture della tecnica», giugno 1996,
veda P IER LUIGI BASSIGNANA,
Vitalità di un edificio della
p. 101 e sgg.
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