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Ingegner Gaetano fu Avv. Antonio Bay, Giuseppe fu Pietro Brun e Giacinto fu Gio.

Batt. Tasca», aveva acquistato l'edificio - sino a quel momento utilizzato come filatoio

per il cotone - nel

1843

da Giuseppe Chiesa e Filippo Maloria, che a loro volta l'ave–

vano rilevato dal primo proprietario, Carlo Vanzina

20 .

Ma anche la filatura del lino non dovette godere di molta fortuna, tanto che nel

1847

l'edificio veniva venduto «alla Ragion di negozio Gaston Blondel e c.» dietro

alla quale si celava un personaggio destinato a un ruolo di primo piano nelle ormai

prossime vicende risorgimentali: Camillo Cavour. Era capitato infatti che le piste da

riso di cui Cavour disponeva nella sua tenuta di Leri risultassero ormai antieconomi–

che e obsolete, sia perché restavano inattive per gran parte dell'anno, sia perchè non

erano in grado di trattare adeguatamente i residui della brillatura (Iolla, pula, farinac–

cio) sì da renderli economicamente utilizzabili. Di qui la necessità , di attrezzarsi con

piste più moderne, per la cui gestione il Blondel era senza dubbio la persona più adat–

ta. Non sfuggiva infatti a Cavour che Gaston Blondel e suo cognato Albertin, grazie

agli stabilimenti di brillatura che avevano in Frància, occupavano nel commercio

europeo del riso una posizione di primo piano: meglio dunque averli alleati cbe con–

correnti

21 •

La nuova impresa, dal

1854

denominata «Società per la brillatura del riso», nasceva

all'insegna delle soluzioni tecnologicamente più avanzate, tanto da farle meritare,

all'Esposizione del

1850,

la medaglia d'oro

per avere sostituito una macchina di recente invenzione alle antiche peste generalmente adoperate

in

Piemonte per la mondatura e brillatura del riso [.. .] Notabilissimo

è

il

brillatoio che hanno stabili–

to presso il Regio Parco di Torino ove le operazioni si eseguiscono con prontezza

in

grandi propor–

zioni e senza perdita, cosicché molte delle materie staccate dai grani sono ancora suscettibili di con–

vertirsi

in

alimento per animali

22 .

Del resto, che si trattasse di una iniziativa d'avanguardia, è testimoniato dallo stesso

Cavour, il quale non esita a rivendicarne la primogenitura in una lettera al marchese

Leone Costa di Beauregard: «Enfin je me flatte d'avoir plus que personne contribué à

l'érection du magnifique moulin à riz qui va etre mis en activité au Parc»23. Tali pre–

messe, tuttavia, non furono sufficienti ad assicurare il successo permanente dell'impre–

sa. Un po' perché Cavour, chiamato proprio nel

1850

da Massimo d'Azeglio a reggere

il ministero di Marina, Agricoltura e Commercio, rinunciò a tutte le attività private

per dedicarsi a tempo pieno alla politica; un po' perché la diffusione dei nuovi brilla–

toi nelle aree di produzione risicola (come, a partire dal

1859,

nel vercellese) eliminò

il

vantaggio competitivo di cui godeva l'impianto torinese, nonostante i buoni risultati

conseguiti in alcuni anni ed i riconoscimenti ottenuti in tutte le principali esposizioni,

la Società per la brillatura del riso, nel

1874

cessò l'attività, e l'edificio, dopo alcuni

passaggi di mano, fu acquistato dalla ditta «Ulrico Geisser e Compagnia». La quale,

operando nel settore dei metalli non ferrosi, trasformò il brillatoio in impianto per il

trattamento dei minerali di rame che estraeva dalla miniera di Saint Marcel (Aosta).

In

poco più di quarant 'anni di vita l'edificio aveva avuto destinazioni d'uso diver–

sissime fra loro e aveva ospitato tecnologie altrettanto

diversific~te.'

cui era

corr.i~posta

una grande varietà di mano d'opera. Prevalentemente

femm~n1le.

quella

utillz~ata

quando l'edificio ospitava i filatoi; di origine campagnola quella unplegata nella brilla–

tura del riso; più propriamente «tecnica», ed esclusivamente maschile, quella addetta

al trattamento del minerale di rame. Una varietà di situazioni, di tecnologie, e di mae-

20

ASCT,

Catasto di Torino,

mappe comprendenti le

sezioni 35, 68, 69 con i relativi colonnario territoriale e

registro delle mutazioni

di

proprietà.

21

Le vicende del brillatoio sono state descritte da

MARIO LORIA,

Il cavourriano mulino da riso del Regio

Parco,

Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino, voI.

95, anno 1961 , Classe di Scienze Morali.

22

Quinta Esposizione d'industria e di belle arti al

Castello del Valentino

-

Giudizio della Camera d'Agricoltu–

ra e di Commercio e notizie sulla patria industria,

Torino,

Tipografia degli Artisti, 1851 , p. 156.

2J

Citoda M. LORIA,

Il

cavoumano

cit., p. 572.

29