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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

case addossate alla cortina muraria e ordinò di inserire il provvedimen-

to negli statuti cittadini per salvaguardare la transitabilità in futuro. La

creazione di nuovi tracciati viari si intuisce da alcuni documenti, come

un atto del 1264 che riguardava un sedime, già occupato da una casa,

attraverso il quale fu fatta una

via publica

10

. Inoltre sia l’analisi dei ca-

tasti sia l’osservazione della pianta attuale della città mostrano come al-

cune vie vicinali interne alle

insulae

ne scardinarono col tempo l’unità:

esse determinarono l’origine ad esempio della attuale via Bonelli, del vi-

colo di Santa Maria e del vicolo della Consolata.

La disgregazione del reticolo perpendicolare caratterizzava soprat-

tutto il quartiere di Porta Doranea, nella zona situata tra il centro cit-

tadino e la Porta

Palacii

. Proprio in quest’area, interessata più di ogni

altra dal passaggio dei forestieri, si trovavano gli spazi adibiti al com-

mercio. Vicino all’incrocio fra le strade che delimitavano i quartieri vi

era la

platea civitatis

, che si estendeva nel senso della lunghezza in dire-

zione parallela alla strada pubblica. Qui si teneva il mercato, c’erano il

macello, i banchi dei calzolai e, sul sagrato della chiesa di San Gregorio,

i banchi dei pescivendoli; poco lontano, tra la piazza di città e la chiesa

di San Silvestro, si vendevano le granaglie

11

.

Tuttavia la scansione del tessuto urbano a maglie tendenzialmente

regolari rimase fondamentale nella rappresentazione mentale che i To-

rinesi avevano della loro città: gli isolati, anche se non più regolari o dai

limiti non ben definiti, erano considerati entità unitarie a cui erano de-

mandati compiti anche istituzionali, quali ad esempio il reclutamento di

uomini per la difesa o per lavori di

corvées

12

. Erano chiamati carignoni

e venivano indicati con nomi variabili nel tempo, a differenza di quan-

to avverrà in età moderna per le «isole»: le denominazioni si riferivano

alla presenza di edifici religiosi o a residenti noti alla cittadinanza per

ricchezza o perché investiti di cariche pubbliche. I carignoni inoltre era-

no le cellule in base alle quali venivano registrate le denunce dei beni

immobili da parte dei cittadini, trascritte periodicamente in sei volumi,

uno per ogni quartiere più uno per gli abitanti di Grugliasco e uno per

i

forenses

, per l’esazione della taglia

13

.

10

g. borghezio

e

c. fasola

(a cura di),

Le carte dell’Archivio del Duomo di Torino (904-1300,

con appendice 1301-1433)

, Torino 1931 (BSSS, 106), p. 120, doc. 68 (21 maggio 1264). Con il ter-

mine

via publica

si indicavano normalmente le vie del reticolo romano.

11

s. benedetto

e

m. t. bonardi

,

Lo sviluppo urbano di Torino medievale

in

r. comba

(a cura

di),

Paesaggi urbani dell’Italia padana nei sec.

viii-xiv

, Bologna 1988, pp. 137-38.

12

roccia

,

Quartieri e carignoni

cit., pp. 44 sgg.

13

a. m. pascale

,

Fisionomia territoriale e popolazione nel Comune di Torino sulla base del cata-

sto del 1349

, in «BSBS»,

lxxii

(1974), pp. 199-202.