

12
Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
consiglio comunale aveva svolto la sua attività nel palazzo che era stato
dell’imperatore, ma al momento della dedizione agli Acaia questo edi-
ficio non era più in uso. Tra la fine del
xiii
secolo e la seconda metà del
Trecento infatti il consiglio utilizzava per le riunioni i palazzi di citta-
dini privati, appartenenti all’oligarchia politica, presso i quali erano an-
che ospitati il vicario e il giudice. Se esisteva un edificio comunale que-
sto non era evidentemente in grado di ospitare tutti i membri della cre-
denza riuniti in assemblea: senza dubbio non veniva percepito come un
elemento di rilievo nella topografia cittadina. La mancanza di una sede
civica monumentale persisterà per tutto il basso medioevo: nel 1375 ven-
ne acquistata ad uso del comune una casa porticata situata nei pressi del
centro urbano, vicino a una torre privata su cui già da anni era stata al-
loggiata la campana comunale; ma i lavori di ristrutturazione che la in-
teressarono si rivelarono tutto sommato modesti, condizionati dalle scar-
se finanze cittadine
17
.
Topogr a f i a e v i t a economi co - soc i a l e .
Il paesaggio urbano medievale può essere ridisegnato con una certa
sicurezza grazie allo studio dei catasti tre-quattrocenteschi, che ripor-
tano le denunce dei beni immobili appartenuti a privati cittadini. Il tes-
suto urbano appare caratterizzato da un parcellare non troppo fitto, co-
stituito da case per lo più a un piano, probabilmente unifamiliari dato
il non grosso scarto tra numero di edifici registrati e capifamiglia resi-
denti, dotate spesso di orti e di aree di servizio, aie e cortili, dove si tro-
vavano magazzini ad uso agricolo
18
. La campagna infatti improntava
profondamente la piccola città, i cui abitanti svolgevano nella quasi to-
talità attività legate all’agricoltura, che costituiva anche il settore da cui
ricavavano la maggior parte della loro ricchezza i cittadini più abbien-
ti. Animali da cortile e bestie da soma trovavano rifugio all’interno del-
le mura, e consistente doveva essere il numero delle mandrie che veni-
vano condotte al pascolo da incaricati dei quartieri come pure delle greg-
gi transumanti che attraversavano periodicamente la città
19
. Molte
17
r. comba
,
Le «domus comunis Taurini»: frammenti di storia delle sedi comunali fra
xii
e
xvi
secolo
e
m. t. bonardi
,
Torino bassomedievale: l’affermazione della sede comunale in un tessuto ur-
bano in evoluzione
, entrambi in
Il Palazzo di Città a Torino
, Torino 1987, pp. 13-19, 21-29
.
18
m. t. bonardi
,
L’uso sociale dello spazio urbano
, in
comba
e
roccia
(a cura di),
Torino fra
Medioevo e Rinascimento
cit., pp. 149-52.
19
a. a. settia
,
Ruralità urbana: Torino e la campagna negli Statuti del Trecento
, in
Torino e i suoi
Statuti nella seconda metà del Trecento
, Torino 1981, pp. 23-29.