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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

no affiancate da palazzi in rovina. In queste condizioni era una torre

dei Cornaglia denunciata nel 1363, situata nel quartiere di Porta Pu-

sterla vicino alla chiesa di San Giacomo; in quei pressi si trovava an-

che un antico palazzo dei Papa e nella zona i Pellizzoni avevano dal

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secolo diverse abitazioni. Nello stesso quartiere, accanto alla chiesa di

Sant’Antonino, i Porcelli possedevano un palazzo di grandi dimensio-

ni, accanto al quale c’era un forno signorile. Presso di loro venne sal-

tuariamente ospitato il vicario e si amministrò la giustizia negli ultimi

anni del Duecento; forse in considerazione di ciò una rubrica degli sta-

tuti vietava di lordare la «rua que dicitur Porcellorum».

Nel quartiere di Porta Doranea gli Ainardi possedevano diverse ca-

se nei due isolati affacciati sul mercato del grano, vicino alla chiesa di

San Silvestro, alcune delle quali vennero utilizzate per attività ammini-

strative alla fine del Duecento; verso la Porta Doranea vi erano diversi

nuclei abitativi della famiglia de Gorzano, uno dei consortili esclusi dal-

la Società di San Giovanni Battista nel 1389, come i della Rovere che

avevano palazzi sia sulla piazza del mercato sia vicino alla chiesa di San-

t’Eusebio, nel quartiere di Porta Marmorea, vicino all’angolo sud-orien-

tale della città.

Le fortune politiche ed economiche delle grandi famiglie si riflette-

rono, come ovvio, nelle vicende delle loro residenze: le lotte tra fazio-

ni, già presenti nel Duecento, ebbero un episodio saliente nella congiu-

ra degli Zucca del 1334, che vide appartenenti di questa famiglia soste-

nuti dai Sili, dai Grassi, dai Biscotti e dai Bertoni tentare di consegnare

la città al marchese di Saluzzo

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. I congiurati vennero scoperti: dappri-

ma esiliati, poi perdonati, dovettero subire la confisca di almeno parte

dei loro beni. Nel 1335 infatti Caterina di Vienne, tutrice di Giacomo

d’Acaia, concesse ai Torinesi l’uso di una casa già appartenuta a Giaco-

mino Grassi, situata nella parrocchia di San Simone sulla strada pub-

blica, perché vi risiedesse il giudice e vi si tenessero le sedute del consi-

glio comunale.

Molti edifici dei Sili e degli Zucca risultano invece distrutti nei ca-

tasti del 1363: all’epoca gli Zucca possedevano ancora case diroccate vi-

cino alle chiese di San Benigno e di Santa Agnese, oltre a diritti sul for-

no del mercato. I Sili denunciavano alcune case nel quartiere di Porta

Doranea, ma nei pressi della chiesa di Santo Stefano, su entrambi i lati

della strada pubblica, diversi proprietari citarono fra i loro confinanti

dei sedimi di edifici dei Sili; furono registrate anche delle abitazioni dei

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r. bordone

,

Il Comune di Torino

, in

castronovo

(a cura di),

Storia illustrata

cit., I, pp.

134-38;

a. barbero

,

Torino sabauda fra Tre e Quattrocento

,

ibid

., pp. 221-22.