

Nell’impianto urbanistico medievale le piazze erano poco numerose.
Il cuore della città era senza dubbio la piazza del mercato, detta
platea
mercatis
o
civitatis
per antonomasia, fulcro attorno al quale si svolgeva-
no le attività commerciali. Era circondata dalle abitazioni dei maggio-
renti cittadini, ma solo nella seconda metà del Quattrocento vi venne
costruito un edifico a funzione pubblica, il palazzo comunale. Nell’an-
golo nord-orientale della città vi era la piazza del duomo, di fronte alle
tre chiese che costituivano la cattedrale, San Giovanni Battista, Santa
Maria e San Salvatore. I documenti ricordano ancora altri slarghi da-
vanti ad edifici religiosi, come la piazza di San Martiniano, la piazza di
San Michele o la piazza di San Brizio, probabilmente identificabili con
i sagrati delle chiese parrocchiali.
Davanti al castello di Porta Fibellona, che Filippo d’Acaia fece co-
struire tra il 1317 e il 1320, venne realizzata nel corso di interventi suc-
cessivi una piazza di notevoli dimensioni, la
platea castri
: per creare la
spianata furono abbattuti numerosi edifici, tanto da determinare pro-
babilmente la scomparsa di un intero isolato cittadino
14
. Appare questo
l’intervento più cospicuo di carattere urbanistico realizzato dagli Acaia
durante il periodo del loro controllo sulla città. L’erezione della fortez-
za, in posizione marginale come avveniva a Fossano o a Cuneo all’in-
circa nella stessa epoca, aveva intenti ambivalenti di difesa dall’esterno
e di consolidamento del controllo signorile sulla comunità da poco as-
soggettata, come dimostrava la presenza di un fossato e di una palizza-
ta rivolti verso l’abitato
15
. Essa non diventò, dunque, occasione di ri-
maneggiamento del tessuto urbano.
Lontana dal centro cittadino era localizzata anche la sede del potere
ecclesiastico. Torino fu città vescovile dal
v
secolo: nei pressi della Por-
ta Doranea, sullo stesso sito del duomo attuale costruito nel 1492, vi
erano le tre chiese cattedrali, contigue e comunicanti, attorniate da chio-
stri e cimiteri. Il palazzo del vescovo, dotato di torre e loggia, e gli edi-
fici dei canonici saturavano il terreno delimitato dall’angolo nord-orien-
tale delle mura urbane
16
.
Il centro cittadino non era caratterizzato da alcun edificio pubblico
capace di porsi come elemento guida nel ridisegnare il volto della città.
La comunità, in quanto istituzione civica, non possedeva una sede pro-
pria con caratteristiche architettonicamente rilevanti. Nel
xiii
secolo il
La città e il suo territorio
11
14
rondolino
,
Il castello
cit., p. 5;
bonardi
,
Dai catasti al tessuto urbano
cit., pp. 80-81.
15
ASCT,
Ordinati
, 2, c. 25
r
; 16, cc. 89
v
, 90
v
.
16
s. casartelli novelli
,
Le fabbriche della cattedrale di Torino dall’età paleocristiana all’alto
medioevo
, in «Studi Medievali»,
xi
(1970), pp. 617-58.