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Beccuti e dei Borgesio, appartenenti alla fazione avversaria, situate at-

torno a una corte detta «curtivicium Sillorum», probabilmente dal no-

me dei precedenti proprietari

22

.

All’inizio del Quattrocento molte antiche famiglie non risultano più

iscritte nei registri dei consegnamenti: dalla fine del

xiv

secolo iniziò in-

fatti un ricambio della classe dirigente che si fece sempre più consistente

e impetuoso. Molti palazzi dell’ oligarchia caddero in disuso, soprattut-

to quelli che erano stati costruiti negli isolati interni ai quartieri. Lun-

go le strade principali, nei pressi delle piazze o delle porte più impor-

tanti si stabilirono invece coloro che, trasferitisi in città, fecero fortuna

grazie ad attività imprenditoriali o a un impiego nell’amministrazione

sabauda.

Uno dei luoghi che più attirarono gli immigrati con ambizioni di af-

fermazione sociale fu la zona dei mercati. Ai margini della piazza di città,

nella quale si teneva il mercato, si ergevano le dimore di alcune famiglie

signorili già ricordate, come i Borgesio, i Cornaglia, i Calcagni e i della

Rovere. Si trattava di edifici spesso imponenti, come il palazzo con ca-

sa, botteghe, portici e dipendenze che Domenico Testa di Avigliana con-

cesse in enfiteusi ai fratelli Papa nel 1385, e che nella seconda metà del

secolo successivo fu acquistato dal comune per farne la sua sede

23

. Non

tutte le case situate lungo la piazza appartenevano alle grandi famiglie,

ma queste comunque controllavano la proprietà della maggior parte del-

le strutture di vendita.

L’area commerciale di Porta Doranea si era articolata nel corso dei

secoli in una serie di spazi aperti collegati dove il commercio avveniva

per settori specializzati, come accadeva abitualmente nelle città medie-

vali. La

platea mercati

si estendeva ai margini del quartiere, nei pressi

del centro cittadino: vi trovavano posto i venditori ambulanti di gene-

ri alimentari quali pane, erbe, castagne, burro e formaggio. Alla sua estre-

mità occidentale vi era la chiesa di San Benigno, il cui sagrato era com-

preso nella zona di vendita; verso est invece era collegata con la piazza

in cui si vendevano le granaglie, la

curia grani

, nei pressi della chiesa di

San Silvestro. Nella piazza di città c’erano anche due mercati coperti,

la

caligaria

e la beccheria. Il mercato dei calzolai esisteva già nel 1230,

quando si procedette a una sua ristrutturazione mediante espropriazio-

ne dei laboratori e costruzione di una struttura fondata su piloni in mu-

ratura, percorribile da uomini a cavallo, sotto cui venivano collocati i

La città e il suo territorio

15

22

bonardi

,

L’uso sociale dello spazio urbano

cit., pp. 152-66.

23

s. a. benedetto

e

m. t. bonardi

(a cura di),

Il Palazzo di Città nelle fonti documentarie dell’Ar-

chivio Comunale

, in

Il Palazzo di Città

cit., II, pp. 121-22.