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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
tivo alla castità: qua e là i documenti rivelano l’esistenza di figli di sa-
cerdoti e religiosi – nel testamento della «domina» Aidina, vedova di
Ardizzone di Sciolze, del 1364, per esempio, sono ricordati «Oberti-
nus filius naturalis condam domini Francischini de Ruvore olim primi-
cerii ecclesiae Taurinensi» e «Iohanninus filius condam domini fratris
Facii olim abbatis Sancti Solutoris minoris»
73
; negli anni Ottanta del
Trecento Bartolomeo Ruata di Torino è accusato di intrattenere rela-
zioni carnali con «quedam ex monachis Taurini», dalla quale aveva avu-
to tre figli
74
.
Tali testimonianze non sono da sopravvalutare, poiché nell’insieme
risulta un panorama chiericale sufficientemente ordinato e funzionan-
te: ovviamente, ordinato in rapporto a quanto il quadro istituzionale
proponeva e pretendeva, e funzionante in relazione ai compiti di me-
diazione sacrale previsti e richiesti dalle gerarchie di Chiesa e dai fede-
li. Certo, a questo punto, occorrerebbe poter dire qualcosa intorno alla
cultura dei chierici torinesi per sapere quali livelli di consapevolezza re-
ligiosa essi fossero in grado di raggiungere ed esprimere. In assenza di
specifiche indagini in merito, limitiamoci a ricordare che un’occasione
di apprendimento era data dalle sinodi diocesane nelle quali venivano
letti in modo puntuale gli statuti diocesani e metropolitani. Per altro
verso, un piccolo frammento conoscitivo è dato dai resoconti della visi-
ta pastorale compiuta dal vescovo Giovanni di Rivalta nel 1368 alle chie-
se torinesi di San Gregorio, Santa Maria di Piazza, San Dalmazzo e San
Giacomo
75
. In essi sono elencati i libri in dotazione di queste chiese. In
ognuna vi era almeno un messale e un antifonario. Nelle prime tre esi-
stevano pure libri contenenti i Vangeli e le Epistole. Ora nell’una, ora
nell’altra si trovano «officiaria» per messe cantate, lezionari, salteri, ma-
nuali di orazioni, breviari, libri per l’«officium eucaristie» e per la ce-
lebrazione del battesimo, un «legendarium» comprendente «homilie fe-
riales et dominicales». Complessivamente si tratta di 32 libri, di cui 8
in San Gregorio, 10 in Santa Maria di Piazza, 8 in San Dalmazzo, 6 in
San Giacomo
76
.
Tutti i dati sembrano convergere a configurare una situazione ec-
73
BSSS, 106
, p. 228, doc. 103.
74
f. saraceno
,
Regesto dei principi di Casa d’Acaia (1295-1418) tratto dai conti di tesoreria
, in
«Miscellanea di Storia Italiana»,
xx
(1882), p. 241.
75
t. chiuso
,
Saggio di antichi documenti dell’Archivio Arcivescovile di Torino
,
ibid.
,
xviii
(1879),
pp. 481-85.
76
Cfr.
merlo
,
Vita di chierici
cit., pp. 205 sg.