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Maria Vergine, con l’invocazione al beato Giovanni Battista, «patro-

nus civitatis Taurini», e a tutta la curia celeste

83

: quest’ultima curia vien

meno nella rubrica che prevede la punizione – con un «banno» di 5 sol-

di – per chi maledica Dio, la beata Vergine Maria e il beato Giovanni

Battista

84

, e nella rubrica relativa al «sacramentum dominorum vicarii

et iudicis» che deve essere compiuto «ad honorem Dei ac beate Marie

semper virginis, beati Iohannis Baptiste» e, subito di seguito, «illustris

et magnifici domini domini Amedei comitis Sabaudie et heredum suo-

rum»

85

. Potenze celesti e poteri umani vengono così collegati in una

successione che, pur nella sua ritualità stereotipa, apre potenziali com-

mistioni tra le prime e i secondi. Ne consegue che sarà compito di vi-

cario e giudice, oltre che di vigilare sull’ordinamento comunale e sulla

convivenza civile, di difendere «res et bona omnium ecclesiarum et mo-

nasteriorum civitatis et districtus Taurini» e di far sì che si assolva in

modo rapido ai «debita confraternitarum et cereorum beati Iohannis

Baptiste»

86

.

Il legame della città col santo patrono è così sanzionato e trova una

ulteriore, magnifica e forte testimonianza nella citazione, al termine del-

le molte rubriche, dell’«Initium sancti Evangelii secundum Iohannem»

[Giovanni, I, 1-14]

87

. La riproduzione del lungo brano evangelico po-

trebbe apparire come giustapposizione artificiosa a un corpo legislativo

in cui trovano poco spazio motivi e simboli cristiani, ma che, a mio pa-

rere, rappresenta una sorta di consapevole omaggio al santo patrono e

che contiene un’iniziale espressione di una «religiosità civica» dagli svi-

luppi potenzialmente ricchi. Si noti però che negli statuti mai si accen-

na alla chiesa cattedrale: forse a conferma che quella religiosità civica

non è ancora a uno stadio maturo. D’altro canto, e su un piano paralle-

lo, non si può dimenticare che una nuova aggregazione cittadina nasce

in pieno Trecento con la denominazione di Società di San Giovanni Bat-

tista, evolvendo a fianco delle istituzioni comunali sin ad essere in esse

integrata

88

. Il processo, però, non è lineare, perché incerte sono le vi-

cende della società torinese nei decenni posteriori alla metà del Trecento

sino al 1389. Tuttavia, si sa che nell’organizzazione della processione

dei ceri, per la festività di San Giovanni, sono impegnati, fra i delegati

Vita religiosa e uomini di Chiesa in un’età di transizione

321

84

Ibid.

, p. 86 (rubr.: «De pena illius qui maledixerit de Deo vel de beata virgine Maria»).

85

Ibid.

, p. 65.

86

Ibid.

, pp. 65 (rubr.: «De iusticia tam maioribus quam minoribus facienda»), 116.

87

Ibid.

, p. 136.

88

Cfr.

sergi

,

Interazioni

cit., pp. 15 sgg., con riferimento (p. 21, nota 7) al lavoro inedito di

s. bani

,

Funzionamento della Società di San Giovanni e suo inserimento nelle istituzioni e nel quadro

sociale del comune di Torino

, datt. (1975).