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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

traverso cui vi si pervenne. Se la legislazione statutaria cittadina riser-

va una scarsa attenzione ai problemi dell’istruzione, le vicende della

scuola torinese emergono – con altri interessanti aspetti della vita poli-

tica, economica e sociale della città – dai

Libri consiliorum

, i cosiddetti

Ordinati

, in cui sono raccolte le delibere della credenza o Consiglio Mag-

giore, che si conservano a partire dal 1325, pur con qualche soluzione

di continuità

3

. Attraverso l’analisi di questa ricca serie documentaria è

possibile seguire l’evoluzione dell’insegnamento pubblico tra medioevo

ed età moderna: risulta subito evidente come gli organi collegiali del co-

mune si assumessero la responsabilità di provvedere alla formazione dei

cittadini attraverso l’istituzione di scuole, curandosi di reclutare rego-

larmente un maestro con cui stabilivano un vero e proprio rapporto con-

trattuale. Già dal primo volume di

Ordinati

emerge in modo chiarissi-

mo l’intervento diretto degli apparati di governo nel campo dell’istru-

zione, in linea con quella politica di «dirigismo scolastico» che, a parte

qualche eccezione, generalmente ispirava i ceti dirigenti delle comunità

dell’Italia centro-settentrionale.

La città aveva quindi assunto in proprio la gestione di una scuola di

grammatica, parzialmente finanziata dall’erario, se il 3 agosto 1325 ven-

ne discussa in consiglio una richiesta di congedo sino alla festa di Ognis-

santi, avanzata dal «magister gramatice Bonsegnor», che prestava ser-

vizio alle dipendenze del comune

4

. Si trattava con ogni probabilità di

un insegnamento diverso dall’istruzione di grado elementare, sebbene

le fonti non sempre permettano di distinguere chiaramente la scuola pri-

maria dalla secondaria; come è stato recentemente affermato, non è fa-

cile infatti individuare una terminologia peculiare di ciascuno dei due

ordini scolastici, data la «approssimazione lessicale con cui si espresse-

ro in più casi, anche in sede documentale e normativa, gli uomini del

tempo quando si trattò di indicare le realtà scolastiche di base»

5

. Sem-

3

Gli

Ordinati

sono conservati presso l’Archivio Storico della Città di Torino (ASCT). Alcuni

volumi sono trascritti in tesi di laurea discusse presso l’Università di Torino:

l. crosetto

,

p. pro-

vera

,

f. romualdi

ed

e. varesio

,

Ordinati del comune di Torino, anni 1342, 1343, 1346, 1348-49

,

rel. prof. A. M. Nada Patrone, a. a. 1971-72;

r. reyneri

,

Il comune di Torino e i suoi Ordinati del

1351 e 1352

, rel. G. Tabacco, a. a. 1973-74;

m. veglia

,

Gli Ordinati del comune di Torino del 1325:

società e istituzioni

, rel. prof. G. Sergi, a. a. 1992-93. Estratti di

Ordinati

di alcune località pie-

montesi, compresa la città di Torino, sono raccolti in

f. gabotto

,

Dizionario dei maestri di gram-

matica che insegnarono in Piemonte prima dell’anno 1500

, pubblicato in appendice a

id.

,

Lo Stato sa-

baudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto

, III.

La cultura e la vita in Piemonte nel Rinascimento

(1496-1504)

, Torino-Roma 1895, pp. 288 sgg.

4

ASCT,

Ordinati

, 1, f. 60

r

.

5

g. ortalli

,

Scuole, maestri e istruzione di base tra Medioevo e Rinascimento. Il caso veneziano

,

Vicenza 1993, p. 46.