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bra comunque che inizialmente l’attenzione delle pubbliche autorità to-

rinesi fosse rivolta soprattutto ad un insegnamento, se non proprio di

grado superiore, certamente neppure di prima alfabetizzazione, ma col-

locato più probabilmente ad un livello medio di istruzione.

È noto che nel tardo medioevo la formazione scolastica prevedeva

una prima importante suddivisione degli scolari in

non latinantes

e

lati-

nantes

, anche se il corso degli studi appariva indubbiamente molto flui-

do, senza una organizzazione rigidamente codificata del percorso edu-

cativo. Quello che si potrebbe definire il primo ciclo o livello, in cui si

impartivano gli elementi fondamentali del sapere, era di norma artico-

lato in tre fasi o moduli di apprendimento, che tuttavia non si presen-

tavano come vere e proprie classi, in quanto il passaggio allo stadio su-

periore non comportava alcun tipo di verifica formale, essendo l’inse-

gnante unico arbitro della preparazione raggiunta dai propri allievi. I

pueri

o

parvi scolares

incominciavano la scuola tra i sei e gli otto anni;

imparavano prima l’alfabeto e i rudimenti del calcolo che potevano ser-

vire per le esigenze quotidiane (scolari

de carta

o

de tabula

); in seguito

si esercitavano a leggere mediante lo studio mnemonico dei sette salmi

penitenziali e dell’ufficio del vespro, avviandosi anche alla scrittura (sco-

lari

de quaterno

o

de septem psalmis et vesperaliis

); i donatisti (scolari

de

Donato

), ossia gli allievi del terzo livello che in realtà funzionava da cer-

niera fra il primo e il secondo ciclo, apprendevano i primi fondamenti

della grammatica latina ricorrendo all’

Ars minor

di Donato, un testo

classico di grammatica teorica, e studiavano a memoria i

Disticha Cato-

nis

, la raccolta di sentenze morali legata al nome di Catone il Censore.

Anche il curriculum della fase successiva, che si apriva intorno ai dieci

anni, era generalmente articolato in tre livelli (scolari

minores

,

medio-

cres

,

maiores

oppure

de primo, secundo, tertio latino

); vi si approfondi-

vano progressivamente le conoscenze della grammatica e la composi-

zione latina, attraverso la lettura e l’interpretazione degli autori, pur

senza trascurare l’aritmetica e la geometria

6

.

L’insegnamento del maestro torinese Bonsignore, e quello dei colle-

ghi che gli sarebbero succeduti per alcuni decenni, era dunque rivolto

ai cosiddetti

latinantes

, mentre l’istruzione di base con ogni probabilità

si compiva ancora in sedi diverse, presso scuole tenute da religiosi e da

altri insegnanti privati: infatti il 9 luglio 1346 il maestro Bertramino de

Istruzione e cultura

329

6

Per la classificazione degli scolari nelle scuole municipali si veda

c. frova

,

Istruzione e edu-

cazione nel medioevo

, Torino 1973, specialmente pp. 100 sgg.; in particolare sul lessico scolasti-

co, con riferimento alla suddivisione degli alunni, cfr.

ead

.,

Le scuole municipali all’epoca delle

università

, in

o. weijers

(a cura di),

Vocabulaire des écoles et des méthodes d’enseignement au moyen

âge

(Actes du colloque, Rome 21-22 octobre 1989), Turnhout 1992, soprattutto pp. 188-90.