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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
torno al quale si svolgono le vicende familiari connesse con i fenomeni
dell’immigrazione, dell’emigrazione e dell’estinzione. Ne consegue che
una parte notevole della popolazione cittadina era contraddistinta da
una elevata instabilità e che numerose sono le famiglie il cui cognome
compare soltanto in uno o due estimi per poi scomparire nuovamente.
Ciò naturalmente suggerisce di concentrare l’attenzione sui fenomeni
migratori.
Numerosissimi e autorevoli sono i richiami a considerare corretta-
mente l’estrema mobilità geografica degli uomini di quest’epoca, che si
manifesta come una continua disponibilità a lasciare il luogo nel quale
ci si è stabiliti per inseguire altrove migliori opportunità di vita. La Hi-
gounet riporta esempi estremamente significativi di tale mobilità e del-
la durata, spesso brevissima, della permanenza in uno stesso luogo di la-
voratori ed artigiani
34
. Bisogna allora pensare alle città, e Torino non
sfugge alla norma generale, come entità collettive molto meno stabili di
quanto si è abituati a considerarle e nelle quali, intorno ad un nucleo di
famiglie insediate in maniera durevole, si muove un universo di uomini
in perenne, precario equilibrio fra stanzialità ed emigrazione, sempre
pronti a partire, o a ripartire, in cerca di miglior fortuna. Molti di essi,
probabilmente, per la pochezza delle loro sostanze o la brevità del loro
soggiorno, non hanno neppure lasciato traccia nelle fonti
35
.
Simili considerazioni rimandano obbligatoriamente all’ambito sociale
in cui si sono svolte le vicende demografiche studiate; priva del legame
con la storia economica e sociale la demografia si isterilisce in un gioco
di percentuali privo di significato. Perciò è indispensabile collocare al
posto che loro compete nella società urbana i protagonisti delle storie
familiari che hanno modificato nel corso di un secolo il volto di Torino.
Il primo obiettivo è quello di comprendere l’estrazione sociale delle
famiglie che, per estinzione o emigrazione, scompaiono. A tale scopo si
può confrontare la distribuzione per classi di imponibile di queste fa-
miglie con quella complessiva della città; i risultati di tale confronto ap-
paiono nelle tabelle 3-6.
Essi sono di per sé tanto eloquenti da non aver quasi bisogno di com-
mento: la piramide rovesciata delle distribuzioni dei contribuenti per
classi di imponibile mostra una base ancora più esigua ed una sommità
34
higounet-nadal
,
Périgueux
cit., pp. 265-77.
35
Cfr.
r. comba
,
Emigrare nel Medioevo. Aspetti economico-sociali della mobilità geografica nei
secoli
xi
-
xvi
, in
r. comba
,
g. piccinni
e
g. pinto
(a cura di),
Strutture familiari, epidemie, migrazio-
ni nell’Italia medievale
, Napoli 1984, pp. 45-74, con la ricca bibliografia citata;
j. dupâquier
(a cu-
ra di),
Histoire de la population française
, I, Paris 1988, pp. 389-98.