

tamente significativo
39
. Ma resta il fatto, tanto più evidente se si consi-
dera l’intero periodo, che le concessioni di cittadinanza, anche som-
mandovi tutti i casi nei quali manca la deliberazione, sono di gran lun-
ga insufficienti a rendere conto del movimento migratorio, almeno nel-
la misura emersa dallo studio della popolazione. A ciò si aggiunga che
non tutti coloro che vengono accolti in città come
habitatores
vi si fer-
mano abbastanza a lungo per comparire nell’estimo successivo al loro
arrivo. Dei 346 ricevuti fra le date del primo e dell’ultimo estimo stu-
diato (1415 e 1510) sono soltanto 190 quelli che compaiono almeno in
un estimo: si tratta di un tasso di stabilità ancora una volta piuttosto
basso e costituisce un’ulteriore conferma della mobilità geografica del-
le popolazioni cittadine tardomedievali e, soprattutto, delle famiglie di
recente immigrazione
40
.
Dunque è evidente che gli immigrati di cui si ha notizia attraverso
le concessioni di cittadinanza non sono che una parte, piccola e proba-
bilmente tanto minore quanto più si procede nel tempo, di coloro che
si stabilirono a Torino. Il silenzio delle fonti rende problematico com-
prendere gli elementi sulla base dei quali essa possa essere identificata.
Da alcune delle concessioni risulta chiaro che la richiesta di cittadinanza
doveva probabilmente essere presentata quando il trasferimento aveva
già avuto luogo, magari da tempo
41
. Inoltre l’acquisizione dei diritti
spettanti ai
cives
richiedeva alcune contropartite, consistenti di solito
nell’acquisto di beni immobili, a cui potevano adeguarsi soltanto colo-
ro che avevano una certa disponibilità economica. L’ipotesi più proba-
bile, pertanto, è che l’elemento discriminante fosse il criterio econo-
mico-sociale. Gli
habitatores
menzionati dai registri delle deliberazioni
comunali sarebbero dunque rappresentativi di quella parte di immigrati
che, grazie ad una sia pur minima capacità economica, o abilità pro-
fessionale, o prestigio sociale, potevano aspirare ad un radicamento nel-
la realtà cittadina e al pieno godimento dei diritti politici e a cui, per
le medesime ragioni, il gruppo dirigente della città poteva accettare di
conferire la cittadinanza. Il progressivo ridursi delle concessioni nella
seconda metà del secolo potrebbe allora essere spiegato sia con le cre-
scenti difficoltà per l’accesso al patrimonio immobiliare, sia con una
volontà da parte del ceto dirigente di limitare l’accesso al diritto di cit-
tadinanza, sia con l’adozione di criteri più rigidi per l’ammissione. In
L’economia e la società
443
39
benedetto
,
Macchine idrauliche
cit.
40
comba
,
La demografia
cit., p. 19.
41
ASCT,
Ordinati
, 83, ff. 41
v
-42
v
, 99
r
-101
r
(3 febbraio 1489 e 26 ottobre 1489); 88, f. 2
r
(11
gennaio 1507).