

2.
Le strutture della proprietà fondiaria e l’insediamento rurale.
Le t endenze de l l ’ agr i co l tur a tor i ne s e f r a Qua t t ro
e Ci nquecento .
A Torino le trasformazioni tardomedievali del paesaggio rurale, che
tanto mutarono il volto dell’Italia centro-settentrionale, furono non me-
no incisive che altrove e determinarono durature modificazioni degli in-
dirizzi agricoli e dell’assetto insediativo
50
. Testimoni di questi fenome-
ni e principali fonti per il loro studio sono ancora una volta gli estimi,
che consentono di studiare i comportamenti e le scelte di generazioni di
proprietari cittadini e di agricoltori su un arco temporale assai ampio. Il
principale limite di tali fonti risiede invece nel silenzio al quale con-
dannano i beni ecclesiastici, quelli comuni e quelli ducali. Ne deriva la
possibilità di tracciare un’immagine soltanto parziale del paesaggio agra-
rio, incentrata sui patrimoni privati, e perciò incompleta dal punto di
vista delle superfici complessive e probabilmente imprecisa dal punto di
vista dei rapporti quantitativi fra colto ed incolto, o fra prato e arativo,
considerata la diversa intensità di sfruttamento che è lecito attendersi
dalla piccola e media proprietà rispetto ai grandi patrimoni ecclesiasti-
ci e signorili o ai beni comuni. Pur con tali limiti, gli estimi rappresen-
tano ancora una volta una fonte imprescindibile e sorprendentemente
ricca di informazioni.
Il primo dato che pare naturale considerare è la superficie registrata
a catasto, la quale mostra una marcata tendenza alla crescita nell’arco
del secolo qui considerato: nel 1415 le giornate censite sono meno di
12 000, divengono più di 14 000 trent’anni dopo, oltre 17 000 nel 1464,
rimangono stabili nel 1488 e crescono ancora fino a 18 500 nel 1510. Si
tratta di un dato che accompagna quello relativo alla ripresa demogra-
fica della città, e non potrebbe essere altrimenti: la crescita della popo-
lazione spinge ad utilizzare sempre più a fondo le potenzialità agricole
del territorio, mentre si fanno sentire anche a Torino i fenomeni di ri-
duzione e di usurpazione delle terre comuni ben noti in altre aree
51
. Inol-
L’economia e la società
449
50
Cfr.
e. sereni
,
Storia del paesaggio agrario italiano
, Bari 1961;
r. comba
,
Le origini medieva-
li dell’assetto insediativo moderno delle campagne italiane
, in
Storia d’Italia. Annali 8: Insediamenti e
territorio
, Torino 1985, pp. 367-404.
51
A partire dagli anni Venti si fanno sempre più frequenti negli
Ordinati
comunali i riferimenti
a vendite, affitti e usurpazioni di beni comuni, con le consuete proteste di parte popolare. Un ul-
teriore fattore di ampliamento della superficie coltivata potrebbe essere costituito dal recupero di
terre abbandonate durante la crisi demografica, sebbene l’argomento sia ancora troppo mal cono-