

possiamo rintracciare nella storia ecclesiastica e religiosa di Torino?
Tentativi, niente più che tentativi di risposta saranno proposti nelle pa-
gine che seguono.
La r e t e de l l e ch i e s e de l l a c i t t à e de l t e r r i tor i o .
Di recente è stata richiamata opportunamente l’attenzione sulla te-
stimonianza del cronista Giacomo Foresti da Bergamo
9
, il quale sul fi-
nire del Quattrocento sottolineava come ai suoi tempi Torino «divitiis
ac aliis multis civium edibus ac monasteriorum et ecclesiarum ornamentis
mirifice crevit»
10
. È probabile che questa testimonianza mescoli elementi
topici della letteratura «di viaggio e di geografia» con dati reali, come
starebbero ad attestare certe iniziative edilizie in riferimento a chiese e
conventi, culminate sul finire del
xv
secolo nella costruzione del duomo
nuovo
11
. In ogni caso essa ben serve qui a introdurre una trattazione che
vuole illustrare, sia pur in modo necessariamente rapido, la rete delle
chiese della città e del territorio nella fase in cui Torino consegue una
posizione eminente nell’ambito delle terre cisalpine del ducato sabau-
do. Non si pensi però che rispetto al secolo precedente quest’età com-
porti rapide modificazioni in un tessuto ecclesiastico di grande staticità.
Vediamo di darne le prove: a tal fine soccorrono due fondamentali stu-
di di Maria Teresa Bonardi, condotti sui catasti torinesi tre e quattro-
centeschi
12
. Essi mostrano, innanzitutto, come il numero delle chiese
dell’area propriamente urbana rimanga immutato nel corso del secolo
che va dal catasto del 1363 a quello del 1464. Si tratta di ventitre chie-
se con cura d’anime, tra cui il monastero di San Pietro «puellarum», e
di tre enti del monachesimo «mendicante» (il monastero di Santa Chia-
ra e i conventi di San Francesco e San Domenico): l’unico dato di cam-
biamento è costituito dalla perdita della parrocchialità da parte di San
Salvatore «de Dompno», una delle tre chiese attigue costituenti, per dir
così, la cattedrale di Torino. Per il resto quasi nessun mutamento.
Le istituzioni ecclesiastiche e la vita religiosa
769
9
r. comba
,
Lo spazio vissuto: atteggiamenti e «costruzione» del paesaggio urbano
, in
id
. e
r. roc-
cia
(a cura di),
Torino fra Medioevo e Rinascimento. Dai catasti al paesaggio urbano e rurale
, Torino
1993, p. 38.
10
iacobus philippus bergomensis
,
Supplementum chronicarum
, Bernardino Rizzo, Venetiis
1490, f. 73.
11
Cfr. in questo stesso volume i contributi di
m. t. bonardi
e
s. pettenati
.
12
m. t. bonardi
,
Dai catasti al tessuto urbano
, in
comba
e
roccia
(a cura di),
Torino fra Me-
dioevo e Rinascimento
cit., pp. 55-141;
m. t. bonardi
,
L’uso sociale dello spazio urbano
,
ibid
.,
pp. 143-99. Tali studi devono molto all’iniziativa e alla direzione scientifica di Rinaldo Comba
durante il suo non breve periodo di insegnamento presso la Facoltà di Lettere dell’Università
degli Studi di Torino.