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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

duca Ludovico e della moglie Anna e della «universitas populi et studii»

di Torino

13

. Il progetto di insediamento nella chiesa dove con tutta pro-

babilità negli anni Venti del Duecento si erano stabiliti i primi France-

scani

14

, forse fu pensato in modo del tutto casuale; ma esso offre l’op-

portunità di una riflessione: anche a Torino i Minori osservanti, secon-

do una scelta generale, ripropongono la dimensione «eremitica» da loro

ritenuta elemento originario del primo e «autentico» francescanesimo

15

.

Tale dimensione non fu tralasciata anche quando gli osservanti France-

scani si trasferirono poi, questa volta in modo più duraturo, in un sito

collocato «ove sono i molini della città», nel quale furono eretti chiesa

e convento dedicati a Santa Maria degli Angeli

16

.

Lo stabilirsi in Torino di un ente francescano osservante avviene die-

tro richiesta non solo del principe sabaudo e degli organi di governo lo-

cale, ma anche della «universitas studii»: insomma la suprema istitu-

zione culturale della città, in cui eminenti erano la presenza e la posi-

zione di membri dei maggiori ordini religiosi mendicanti

17

, entra nella

decisione di chiamare in Torino una comunità appartenente alla «fami-

glia» francescana che dagli inizi del Quattrocento si era organizzata in

formazioni autonome

18

. I frati Minori della regolare Osservanza si era-

no segnalati soprattutto in qualità di predicatori e di «maestri»: che lo

«Studio» torinese ne favorisca l’impianto ai margini della città, rientra

in un processo oramai largamente affermato. Un discorso non molto di-

verso vale anche per i frati Agostiniani insediatisi, passata la metà del

xv

secolo, nel borgo di San Donato probabilmente nella chiesa che era

stata dei frati Umiliati

19

.

Con Minori osservanti e Agostiniani si rinnovava, sia pur in manie-

ra relativa, la vitalità religiosa del territorio circostante l’area urbana:

un’area che doveva aver perso lo slancio di iniziative conosciuto nel cor-

so del

xii

e

xiii

secolo. Certo vi erano ancora edifici ecclesiastici ed en-

13

i. m. pou y marti

(a cura di),

Bullarium Franciscanum

, n. s.,

iii

(1455-71), Ad Claras Aquas

1939, pp. 508 sg., doc. 975 (12 gennaio 1462); p. 559, doc. 1071 (23 gennaio 1463).

14

Cfr., in questo stesso volume,

g. g. merlo

,

Vita religiosa e uomini di Chiesa in un’età di tran-

sizione

, pp. 300-1.

15

Cfr.

id.

,

Tra eremo e città

cit., pp. 131-47.

16

l. cibrario

,

Storia di Torino

, II, Torino 1846, p. 27. L’intitolazione a santa Maria degli An-

geli risulta da una lettera di Sisto IV del 24 febbraio 1478: cfr.

pou y marti

(a cura di),

Bullarium

Franciscanum

cit.,

iii

(1471-84), Ad Claras Aquas 1949, p. 518, doc. 1046.

17

Cfr.

e. bellone

,

Il primo secolo di vita dell’Università di Torino (sec.

xv-xvi

). Ricerche ed ipo-

tesi sulla cultura nel Piemonte quattrocentesco

, Torino 1986, pp. 131-48.

18

Cfr.

d. nimmo

,

Reform and Division in the Medieval Franciscan Order from saint Francis to the

Foundation of the Capuchins

, Rome 1987, pp. 576 sgg.

19

cibrario

,

Storia di Torino

cit., II, p. 25.