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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

si secondo ispirazioni e caratteri curiali romani. Questa stirpe è rappre-

sentata dai della Rovere (su cui avremo occasione di tornare in modo

più disteso), i cui membri prelati vivono secondo una direzione che svi-

luppa e completa quella che, per esempio, avevano seguito i vescovi

provenienti dai Romagnano. Aimone e Ludovico sono ancora eminen-

temente piemontesi: vediamo in qual senso, utilizzando il testo dell’ora-

zione funebre pronunciata da maestro Franceschino di Voghera in oc-

casione delle esequie di Ludovico di Romagnano

41

.

L’orazione presenta una struttura logica assai ben organizzata. La

morte del vescovo Ludovico è inserita in una visione ideologica della

realtà che inizialmente prevede una concezione a cerchi concentrici: quel-

la morte privava di un illustre personaggio la casa dei Romagnano, l’omo-

nimo castello, la città di Torino, la diocesi torinese, tutta l’Italia e la

Chiesa universale. Segue la descrizione delle qualità dei singoli cerchi: il

castello di Romagnano è collocato in una regione geograficamente splen-

dida; è il luogo eponimo di una famiglia di nobiltà non meno splendida,

che l’oratore ricostruisce negli elementi, secondo lui, costitutivi – dall’ar-

rivo in Italia «non pluribus quam tricentis et triginta annis ex Alaman-

nia» del fondatore della stirpe Bossio, creato marchese dall’imperatore

Federico, al possesso di 32 castelli; dall’ottenimento delle spoglie di un

san Sillano alla costruzione del monastero di San Nazario – e nelle rela-

zioni realizzate con altre illustri stirpi attraverso «splendidissima coniu-

gia» (con i lombardi «Barbavacci» e Torelli, con gli astigiani Malabaila,

Guttuari e di Montafia, con i pedemontani di Piossasco, Luserna, So-

lari, Provana, Tapparelli, con i vercellesi e canavesani Valperga, San

Martino e Avogadri, con i sabaudi Compeys). Segue la celebrazione di

alcuni membri della stirpe, scelti dai principi e dai duchi di Savoia qua-

li «senatores», cancellieri e rettori di chiese, e delle virtù militari del pa-

dre e dei fratelli di Ludovico. L’accento cade poi su alcuni parenti va-

riamente segnalatisi per gli incarichi ricoperti: Aimone predecessore di

Ludovico sulla cattedra di Torino; Antonio, signore di Santa Vittoria e

conte di Pollenzo, cancelliere prestigioso del duca Ludovico di Savoia e

senatore del ducato milanese

42

, e suo fratello Tommaso; Ludovico stes-

so e suo fratello Giovanni, l’uno divenuto vescovo, l’altro precettore di

Ranverso e rettore di Sant’Antonio di Vienne. Finalmente l’orazione si

sofferma su alcuni dati biografici di Ludovico di Romagnano: «legum

doctor», ventenne è creato arcidiacono della Chiesa di Torino e vice-

41

franceschini de vicheria

Oratio funebris in exequiis Ludovici Romagnani episcopi Tauri-

nensis

, in

a. bosio

,

Illustrazioni e documenti

, a

g. f. meyranesio

,

Pedemontium sacrum

, in

HPM

,

XI,

Scriptores

, IV, coll. 1652-59.

42

Su tale eminente personaggio cfr.

castelnuovo

,

Ufficiali e gentiluomini

cit., pp. 215-19.