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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
mento di culti e miti religiosi, legati al potere taumaturgico e apotro-
paico attribuito alle cose sacre (immagini, reliquie, «corpus Christi»).
Ecco allora che il consiglio comunale, imperversando la peste nel-
l’agosto 1420, ordina una processione generale attraverso la città che se-
gua il «corpus Christi cum reliquiis» con le dovute luminarie e si porti
sin all’altare della Beata Vergine della Consolazione dove si dovrà cele-
brare una messa, mentre la campana maggiore della chiesa cattedrale de-
ve suonare e le porte della città rimaner chiuse sin a processione ulti-
mata
23
. Ecco che nel maggio 1428 lo stesso consiglio decide di rivolgere
richiesta al vescovo perché provveda a una processione con messa so-
lenne «ad Dominam de Consolatione» quale mezzo di intercessione pres-
so Dio, il quale così abbia misericordia dei cittadini torinesi «maxime
in istis pluvis»
24
. Là dove le risorse e i provvedimenti umani si dimo-
strano inefficaci nei confronti di calamità quali il dilagare della peste o
l’abbondanza travolgente delle piogge, diventa eminente il culto dell’im-
magine mariana alla quale si attribuiscono facoltà sovrannaturali. Sono
dati assai comuni e generali, si dirà – e lo si dirà a ragione, poiché la de-
vozione e i santuari mariani si moltiplicano ovunque nel
xv
secolo
25
–;
ma essi lasciano trasparire la crescita di importanza di quel santuario cit-
tadino, la cui capacità sacrale risulta però non disgiunta dalle capacità
sacrali dell’eucarestia, a rispettare e rafforzare il binomio – già emerso
nel
xiv
secolo – Madre/Figlio, Maria Vergine / Gesù Cristo.
I culti si rivestono di mito e di leggenda. Non è forse improbabile
che proprio verso la metà del Quattrocento si diffonda la favolosa nar-
razione del ritrovamento dell’immagine mariana avvenuta tra i resti di
un’antica cappella ai piedi della torre di Sant’Andrea grazie alla «visio-
ne» di un cieco di Briançon: ritrovamento riportato in modo fantasio-
so al giugno 1104
26
. Non lontana nel tempo di elaborazione deve essere
pure l’origine dell’altra leggenda che attribuisce a una visione mariana
di re Arduino, riportata ai primi anni dell’
xi
secolo, la costruzione del-
la cappella della Consolazione nel priorato di Sant’Andrea di Torino
27
.
Non interessa entrare qui nel merito delle due tradizioni leggendarie e
23
d. franchetti
,
Storia della Consolata
, Torino 1904, p. 173;
comba
,
Lo spazio vissuto
cit.,
p. 31.
24
franchetti
,
Storia della Consolata
cit., p. 174, con data errata – 1448 in luogo di 1428, co-
me segnalato da
comba
,
Lo spazio vissuto
cit., p. 31, nota 104.
25
Cfr., in generale,
g. cracco
,
Tra santi e santuari
, in
f. bolgiani
(a cura di),
Storia vissuta del
popolo cristiano
, direzione di J. Delumeu, Torino 1985, in particolare pp. 268-70.
26
Cfr.
franchetti
,
Storia della Consolata
cit., pp. 127 sg.:
g. casiraghi
,
Sulle origini del san-
tuario della Consolata a Torino
, in «BSBS»,
lxxxvi
(1989), pp. 44, 53-57.
27
Cfr.
franchetti
,
Storia della Consolata
cit., pp. 116 sg.:
casiraghi
,
Sulle origini
cit., pp. 44 sgg.