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infatti, come raggi, catene più o meno estese di centri provinciali;
da cui si staccano alla loro volta catene e anelli di città circon–
dariali e così via, Torino occupa quasi perfettamente
il
centro
del Piemonte: distando circa 80 chilometri dal confine francese
e 75 chilometri dal confine lombardo; 11Ochilometri dalla Liguria
e 100 dalla Svizzera, Non si potrebbe davvero desiderare una
maggiore centralità.
Gli effetti però di questa felice posizione sarebbero stati di
gran lunga inferiori e di numero e d'intensità, se il Piemonte
non fosse stato una regione prevalentemente piana o solo semi–
nata da mediocri colline nella parte centrale, e se i monti che
la circondano da tre parti non avessero presentato un notevole
numero di passi relativamente facili. Le colline delle Langhe
e del Monferrato non solo non ostacolarono lo sviluppo di Torino,
l'aiutarono anzi potentemente.
Le colline del Monferrato, questa isola collinesca della regione
piemontese, come la chiama il Fischer, non solo servono a meglio
individuare il Piemonte, rispetto alla restante parte della pianura
padana, ma colla loro direzione da est ad ovest riescono ad ac–
crescere i benefici della
centralità
di Torino, obbligando tutte le
strade, che mettono in comunicazione la pianura di Cuneo colla
pianura canavesana e vercellese, a passare per le stretta striscia
di pianura situata tra le colline di Torino e le ultime pro–
paggini alpine che stanno di fronte. Questa strozzatura
è
resa
per gli studi poleografici
è
l'opera del
KOHl.,
Dm' Werkeh,' und die
.vnsiedlunçen
del'
Menschen in ihrer Abhiingigkeit
VOrl
der Gestaltunç
der
Erdoberfliiche,
Dresden und Lei pzig,
1841; -
Die geogrophische Laoe
der
Haupstiidte Europa:»,
Leipzig,
187q. - \V .
ROSCHER,
Betracluunçen. iiber
die geogl'aphische t.aoe
del'
qrossen. Stiidte,
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l,p,
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KURT HA SSERT,
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Lage und Entwichelung Leipzigs,
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37.
Un breve ma completo trattato
di poleografta
è
la recente operetta dello
HASSERT,
Die
Stiùite,
Leipzig
Teubner,
1907,
p.
137.
. .
'