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ancora più evidente dall'apparato morenico della Dora Riparia,
il cui cono di deiezione arriva sino a Torino. In questo tratto la
pianura piemontese, che al di sopra
è
larga dai 40 ai 45 Km.,
si restringe a 12 o 13 Km. (1).
Se oggi le colline del Monferrato non presentano gravi diffì–
colta per le comnnicazioni, altrettanto non si
può
dire dei tempi
passati, nei qnali esse rinforzate dal Po, che ne lambe il fianco
più ripido, hanno sempre rappresentato nna netta linea di divi–
sione tra il Monferrato e la pianura piemontese settentrionale.
AI contrario esse, grazie al loro orientamento da ovest ad est, non
hanno mai ostacolato lo sviluppo delle comnnicazioni fra Torino
c il resto della piannra padana, potendo qneste verso nord segni re
la via segnata dal corso del Po e verso snd quella segnata, tra
Asti ed Alessandria, dalla valle del Tanaro. Le colline del Mon–
ferrato, adunque. concorrono in non piccola parte a rendere
sempre migliore la posizione di Torino, facendo sì che tntte le
strade che mettono in comunicazione la pianura di Cnneo e
buona parte dello stesso Monferrato colla pianura del Canavese
e del Vercellese passino per qnella città.
A ciò in gran parte si deve, se non erro, se la predominanza
di Torino sulle altre città piemontesi
è
superiore a quella di
Milano sulle città lornbarde. Teobaldo Fischer attribuisce questo
fatto all'essere la popolazione del Piemonte più distribuita in
centri rurali e piccole città; ma
è
innegabile pure, che se Milano
è
in una posizione migliore di Torino, per ciò che riguarda le
comunicazioni coi paesi d'oltr'alpe, si trova rispet alla Lom–
bardia in condizioni topografiche ben diverse da quelle di Torino
rispetto al Piemonte. Lasciando da parte la minore centralità di
Milano, non si può a meno di osservare, che i confini della
Lombardia verso oriente e verso occidente hanno più che altro
un'origine storica,
e
che buona parte delle città lombarde può
(1)
«
Certamente, scrive
il
Sacco. se la fiumana del Po, coi relativi
affluenti,
fosse riuscita, nell'epoca plistoceniea, a gettarsi nella depressione
astigiana, come potè
fare
il Tanaro. e come poco mancò si verificasse
anche per
il
Po, l'importanza di Torino sarebbe stata molto minore, a.
vantaggio di Alessandria o di una città che si sarebbe torse costituita nella.
zona di restringimento del piano alessandrino, fra Bassignana e Tortona
»,
SACCO
F.,
L'Appennino,
1904,
p.
120; -
Geologia applicata della città
di
Torino,
in
Giornale di Geologia pra!ica,
1907,
p. 122.